Non c’erano abiti da schiava ma solo completi da giovani principesse come avrebbero potuto desiderarli Nefrubiti e Nefertari. Ecco perché è stata scelta come location per la sfilata pre-fall Parigi - New York Chanel 2018/2019 la più grande sala egizia del Metropolitan Museum di New York, quella con le porte del tempio di Dendur, risalenti al 10 a.C. Una trasferta a stelle e strisce che è anche la scusa per poter far scoprire le singolarità della maison Chanel: i Métiers d’Art.
In Francia i mestieri d’arte sono la più alta forma di artigianato nel campo del design e dell’abbigliamento. Sono i laboratori che si occupano di piume, ricami, bottoni, plissé e altre importanti “minuzie” che, grazie a Chanel che ne possiede molti, sono rimasti giovani e prosperosi di idee. Quest’ultima collezione, ormai la sedicesima dal 2002, ne è un esempio. L’originale bizzarria sta nel rendere omaggio a una cultura e un’estetica (quella egiziana) che Coco non aveva mai abbracciato ma che Karl Lagerfeld e Virginie Viard hanno reso desiderabile anche dalle più giovani.
Fra donne sfingi con occhi di Iside disegnati da un eyeliner bianco o nero, non sono state poche le uscite dorate. Lino, canapa e lana si sono evolute bagnandosi dei riflessi aurei e trasformandosi in tweed intessuti a mano da Lesage. Un atelier parigino noto ancora di più per i suoi ricami questa volta ispirati ai fiori di loto ma anche agli scarabei (questa volta fatti da Goosens), uno dei portafortuna di allora. E l’omaggio continua esplorando il gusto esotico dell’Art Déco, che a New York ha proseliti e fioriture geometriche come quelle del Chrysler Building.
Non sazi di ripetere motivi già noti, Hubert Barrère di Lesage e Virginie Viard di Chanel hanno infuso a questi motivi dei tocchi Memphis alla Ettore Sottsass. Al posto dei Nemes, il copricapo di stoffa a strisce blu e oro, Karl Lagerfeld ha scelto un cappello usato nell’Egitto del Sud dalle nobili donne. Onnipresente anche la kalasiris, un abito di tessuto elastico, crespato o a maglia, sorta di sottoveste femminile da indossare oggi sotto il tailleur più milionari, quelli in cui i ricami di Montex sono così invisibili da sembrare tessuti.
Molti i colli alati ovvero gli hosckh che perdono le loro decorazioni di casta per diventare gioco grafico su giacche e chiodi in pelle. Linee tonde che si ammorbidiscono e si ricoprono di piume dipinte a mano con oro zecchino grazie a un altro famoso atelier: Lemarié, un’istituzione per tutto quello che riguarda le piume. Tra i leggings dorati opachi e calzature invece specchio, spuntano i bracciali e collane che hanno sempre riferimenti sottili alle divinità idolatrate in Egitto. E malgrado le proposte elitarie, non si è visto nessuno pschent, il copricapo dei re composto da casco, mitra e spirale. Tutti simboli che sono comunque piaciuti a Pharrell Williams che ha perfino sfilato a sorpresa. Fotografatissime anche Penelope Cruz, Marion Cotillard, Lily-Rose Depp, Julianne Moore e Caroline de Maigret.
La festa che è seguita, si è spostata più a sud di Central Park, in una struttura creata ad hoc e che riprendeva internamente i tipici Diner, locali che offrono tutto il giorno hamburger, patatine e bibite. Karl Lagerfeld, presente, ha assistito al concerto della cantante americana Kelela che si è fatta notare per le sue coreografie sensuali. Riprendevano pose egizie anche i ballerini di Broadway che si sono esibiti sul palco a ritmo dei suoni di Black Madonna.