Allegramente, Marco e Antea hanno provato a mettere insieme un universo di opposti: toreri andalusi e lottatori di sumo, saraceni inturbantati e pantere africane, zampe d’aquila e fiori di piume, l’esuberanza della Sicilia e lo spleen di Venezia, e poi i mille e un motivo del loro giovanissimo amore.

Il tutto contenuto nel mistero della seta e nei motivi di foulard, scialli, fazzoletti, cravatte e papillon. Se questo non fosse il (felice) inizio di un’impresa, sarebbe soprattutto una storia di coppia. Quella di un ragazzo metà veneto metà scozzese che a 23 anni ha sposato una purosangue siciliana di tre anni più giovane, del figlio che hanno fatto insieme e del lavoro che si sono inventati quel giorno di un anno fa, in cui di ritorno da una vita da dandy in una magione sicula di rango, si sono ritrovati in un aeroporto del nord con pochissimo in tasca, armati solo dell’intraprendenza del cuore.

Così sono nate le sete di Kinloch. Una scommessa della fantasia scaturita dal niente, dai disegni di lui, dal sorriso, dall’intraprendenza, dalla bocca rossa di lei. Il risultato è una collezione (ma è già in arrivo la seconda, un mix di uova volanti, cupcakes e favole russe), al 100% made in Italy, che ha già attirato commesse importanti e trasuda entusiasmo, creatività, colore. Da regalarsi subito e da regalare, assolutamente.