C’è un labirinto di pensieri e percorsi dietro ogni grande successo. Lo stilista romano Antonio Grimaldi lo sa e non per nulla anche questa volta è riuscito, fra intricate lavorazioni couture, a delineare una futuribile e minimale femminilità imperniata sul mito di Arianna che salva Teseo dal labirinto con il filo del ricordo. Un’idea che è piaciuta anche ad Asia Argento, amica e modella dello stilista che, per il finale della sfilata all’hotel Meurice di Parigi, ha indossato un candido tubino, modulato su di lei come solo certi scultori sanno fare.
Ellissi, curve e asimmetrie sono la costante stilistica di Antonio Grimaldi. Lui da sempre vede la donna come una dea, più pura di una calla, segnata da linee sinuose che svelano dettagli certosini. La costruzione di ogni abito resta iperleggera grazie a un impercettibile filo metallico inserito a sostegno del tessuto che amplifica o assottiglia i volumi.
Appare però su tanta purezza anche qualche segnale di natura selvaggia come le maxi spille disegnate da Bertrand Delettrez (sì, il padre di Delfina Delettrez), che ha ingioiellato tutte le dita delle modelle con anelli dorati. La modernità sta anche nell’aver aggiunto sulle nocche una striscia di tessuto, coordinata ai look, che da lontano sembra allungare le maniche o anche solo portare l’attenzione a ogni gesto.
Oltre ai nastri gioiello da indossare sulle dita, ci sono mini canottiglie che velano lo sguardo attraverso una retina sugli occhi. I pantaloni sembrano impigliati di spilli ma è un nuovo ricamo. Si susseguono su un abito moduli trasparenti tagliati al laser che illuminano ogni sinuosità. Come le piume, che da vaporose tornano grafiche, lunghe e scenografiche. Fra le 31 uscite, ci sono anche quattro look uomo con capispalla di diverse misure che sembrano appoggiati uno sopra l’altro quando invece sono una giacca sola e hanno un effetto sorpresa di imprevedibili linee. I blouson in doppio macramé hanno un effetto guipure e richiamano il bambù, pianta da sempre usata per i labirinti.