Fa sempre un certo effetto vedere come viene trasformato un classico d’animazione Disney in un musical o in un film live action vero e proprio, soprattutto se quel cartone animato (come siamo soliti chiamarlo più semplicemente), divenuto poi un grande classico, lo abbiamo visto e rivisto decine di volte, consigliato e fatto vedere ai nostri figli o nipoti. Cosa dobbiamo aspettarci dalla rivisitazione che il regista Guy Ritchie ha fatto di Aladdin e quanta somiglianza c’è con il classico del 1992, a cominciare proprio dalla colonna sonora con brani come A Whole New World , premiato con l’Oscar, e Friend Like Me?

A giudicare dalle immagini che ci sono state mostrate in anteprima durante gli ultimi Grammy Awards e dal trailer niente è cambiato e tutto rispecchia perfettamente l’originale. I meriti sono delle molte persone che hanno lavorato a questa grande produzione Disney girata tra gli studi di Londra e le meravigliose location desertiche della Giordania, ma soprattutto a una persona fondamentale ad una riuscita così sorprendente: il costume designer Michael Wilkinson.

Australiano, classe 1970, fascinoso come un attore della Hollywood che lo ha accolto a braccia aperte, si è fatto notare negli anni creando i costumi più diversi, dalle amazzoni di Justice League ai pezzi unici, sartoriali e minimali sfoggiati da Benedict Cumberbatch in The current war, dalle tute adamitiche di Batman e Superman in Batman V Superman: Down of Justice a quelli indossati da Amy Adams, Jennifer Lawrence e Christian Bale in American Hustle, per cui ha ricevuto anche una candidatura agli Oscar. Di premi ne ha vinti molti, Bafta compresi, e se alcuni degli spettacoli più belli e interessanti di Sydney, la sua città natale, sono riusciti al meglio, lo si deve a lui, che iniziò lavorando proprio alla Sydney Theater Company, all’Opera e al Dance Theater and Radio City Hall, come ci racconta lui stesso quando lo raggiungiamo a telefono. Nel cinema, il primo ad accorgersi di lui e a volerlo come design assistant nei suoi film, Romeo+Giulietta e Moulin Rouge!, fu il suo conterraneo Baz Lurhrmann, e scusate se è poco.

Nel caso di Aladdin, però, si è superato, “ed è stato – ci dice - da un lato difficile, dall’altro molto semplice”. Difficile perché, come per ogni suo lavoro, Wilkinson, che è un perfezionista, ha iniziato facendo, come è suo solito, delle lunghe ed attente ricerche in diversi Paesi che vanno dai modelli da seguire ai tessuti da scegliere, dai colori alle forme da dargli; facile perché, come ci confida, Aladdin è stato uno dei suoi cartoni preferiti, uno di quelli che conosceva molto bene avendolo visto moltissime volte, ma – aggiunge - “rivederlo da grandi è diverso” e seguirne con attenzione ogni scena per realizzarne un costume da film, “lo è ancora di più, ma ogni volta è sempre un’emozione nuova”. Il segreto – ci confida – "è stupirsi sempre ed essere curiosi, ma questo in generale nella vita, la maniera più rapida ed efficace per portare a casa i risultati, qualunque essi siano”. Il processo stesso della creazione di un abito, dal trovare le stoffe adatte al toccarle, all’assemblarle con i colori e gli accessori creando il giusto match, “è affascinante, è un’esperienza unica e sempre diversa da film a film da spettacolo a speattacolo”.

Personaggi come Jasmine, il Genio e – ovviamente – Aladdin, sono diventati, grazie a quel classico d’animazione del 1992, familiari per tutti noi, soprattutto il Genio della lampada che in Italia era doppiato da un grande attore come Gigi Proietti. A vestire quei panni nel film troverete Will Smith, tutto blu come l’originale e con il potere di esaudire tre desideri per chiunque entri in possesso della sua lampada magica. Mena Massoud è invece l’affascinante furfante Aladdin che farà perdere la testa, come noto, alla bella e timida Jasmine, interpretata da Naomi Scott. Marwan Kenzari sarà il potente e tremendo stregone Jafar, Navid Negahban vestirà i panni del Sultano, mentre Nasim Pedrad e Billy Magnussen saranno, rispettivamente, Dalia, la migliore amica e confidente della principessa Jasmine e il principe Anders, il suo bellissimo e arrogante pretendente.

“Lavorare con tutti loro è stato molto emozionante”, continua il costumista, ma lo è stato soprattutto con Guy (Ritchie, il regista, ndr), che è riuscito a creare un clima familiare in cui ognuno poteva dire la sua nel massimo rispetto reciproco”. I due continueranno a lavorare insieme nel prossimo film del regista londinese, mentre gli abiti di Wilkinson sbarcheranno anche su Netflix nel musical Jingle Jingle. L’attesa per tutti i fan di Aladdin – prodotto da Dan Lin con Marc Platt, Jonathan Eirich e Kevin De La Noy nelle vesti di produttori esecutivi – è altissima, ma dovrete aspettare il 22 maggio prossimo per vederlo nei cinema. Nel frattempo, come diceva proprio Walt Disney, “non smettete mai di sognare”, ma - aggiunge Wilkinson “non dimenticate mai la realtà, siate sempre voi stessi, restate con i piedi per terra, studiate e impegnatevi per raggiungere i vostri scopi”.