Riscaldate le carte di credito. Se dove comprare i vestiti di Meghan Markle, la caccia alle copie prêt-à-porter del guardaroba della duchessa di Sussex, è diventato sport nazionale inglese, con l'arrivo del royal baby l'attenzione attorno alle spese per il primo figlio dei duchi di Sussex diventerà esponenziale. La filosofia fashion della più magnetica personalità che graviti nell’orbita della Corte britannica, in grado di affiancare e scalzare il potere calamitante di Kate Middleton, si esplica in uno stile Meghan Markle che riassume ideologie, politica, diplomazia. In una locuzione, un’intera scuola di pensiero. Quello che compra/indossa/interpreta Meghan Markle è un atto sociopolitico, sempre. E lo sarà probabilmente anche con il royal baby, sul/sulla quale la mom-to-be Meghan Markle riverserà (o ha già partorito) il suo concetto personale di approccio, elegantemente bilanciato tra conscious, luxury e low cost attento. Uno schema che abbiamo già visto con la nascita dei tre figli di Kate Middleton, quando salopette e vestitini indossati da George, Charlotte e Louis sono andati rapidamente sold out sui siti di rivenditori. “Il potere di spingere all’acquisto del nuovo royal baby potrebbe dare benefici ai brand di abiti per bambini viste le scelte eco-consapevoli dello stile di Meghan Markle” scrive WWD.

E, in effetti, a scorrere le gallery dei look di Meghan Markle con le discrete indicazioni dei designer che hanno firmato questo o quell’abito, quel cappotto a vestaglia, quella camicia maschile o quelle borse prima sbagliatissime poi amatissime, fare l’incrocio dei dati sui sold out è un attimo. Un esempio su tutti: quando Meghan Markle in abito blu Dion Lee fece la sua apparizione in Australia durante il tour con il neomarito principe Harry tra sorrisi e mani intrecciate in pubblico, il sito web di Dion Lee andò prima in crash, poi registrò il tutto esaurito con 250 abiti venduti nel giro di appena 24 ore. Stesso schema seguito anche con altri pezzi del guardaroba della duchessa. Tra imitazione e mimesi, spicca in realtà il motivo principale del successo di Meghan Markle tra sudditi e non. “Meghan rappresenta una persona meno conforme alla percezione di quello che dovrebbe essere un royal. Questo le permetterà di trovare un legame con molte più persone” spiega l’esperto di strategie di fashion retail Robert Burke a WWD. E molti giurano che sarà così anche con il royal baby, perché non avere aspirazioni al trono né obblighi istituzionali come Kate & William permette a Meghan Markle maggiore libertà. “Vestirà i figli in modo delizioso, non sarà semplicemente tradizionale, educata e corretta. Ci sarà da divertirsi”.

Attorno al sesso del figlio di Meghan Markle e Harry ci sono state moltissime speculazioni, ma altrettante si presentano su come sarà vestito il royal baby. Le mosse della futura mamma potrebbero portare molta attenzione verso la sostenibilità, i piccoli marchi che producono in modo eco-compatibile con scelte di tessuti e tinture in grado di avere il minimo impatto ambientale. A partire dalle sneakers franco-brasiliane fino al bracciale afghano, Meghan Markle (e chi la veste) ha sempre evidenziato come tiene sott’occhio le regole della fashion revolution. Sfoggiare abiti che hanno una coscienza (politica), che provengono da marchi indie e fuori dal coro, è la prossima chiave: rifiutando i regali dei sudditi per il royal baby e indirizzandoli verso donazioni a progetti sociali nei quali sono particolarmente impegnati, Meghan Markle e il principe Harry hanno già dato indicazioni specifiche su come intendono crescere il prossimo figlio reale, e non faranno eccezione né per i vestitini, né per i giochi o per i prodotti per bagnetti&Co. Oltre alla parte green della moda secondo Meghan Markle, c’è la sfumatura della diplomacy. In perfetto equilibrio geopolitico per la couture, la duchessa di Sussex ha alternato senza problemi marchi di pure Britishness, elementi di glamour americano e comodità casual canadese.

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Con il figlio, prevedono gli esperti, non sarà tanto diverso. I cultural mix verranno rispettati perfettamente, in una metafora sottilissima della forza e bellezza della mescolanza. Perché ciò porterà, secondo gli analisti del Centre for Retail Research, ad investimenti di circa 1 miliardo e mezzo di dollari nei primi due anni di vita del figlio di Meghan Markle. Come da tradizione, i consumatori ne copieranno i vestitini, gli accessori, i giochi, persino culla e biberon qualora vengano rivelati pubblicamente. L’effetto sul mercato sarà lo stesso visto con i cuginetti: “È possibile che il guardaroba del nuovo arrivato causerà lo stesso effetto esplosivo che abbiamo visto con i figli dei duchi di Cambridge” commenta Alex Haigh, direttore del Brand Finance, indicando come l’abito periwinkle della principessa Charlotte abbia avuto la stessa sorte (felicemente sold out) di alcuni vestiti/scarpe/maglioni di mamma Kate Middleton e di zia Meghan.Tutto quello che Meghan Markle tocca si trasforma in oro per i brand: con il royal baby, il touch of gold sarà esponenziale.