And the winner is.... Per raccontare la 34esima edizione del Festival di Hyères iniziamo dalla fine. Ovvero da quello che tutti vogliono sapere: i nomi dei vincitori (ma vi avvisiamo subito che in questo articolo non ci limiteremo a quello) premiati via via nelle varie categorie vecchie e nuove, a partire dal Gran Prix della Giuria (andato in passato a nomi del calibro di Viktor&Rolf o Anthony Vaccarello), passando per il Prix Chloé a tutti i premi più “tecnici”, fino al nuovo e prestigioso Prix des Métiers d'Art voluto dalla maison Chanel, che è il "grand paternaire" della manifestazione. Insieme alla maison fondata da Coco, ecco ancora tutti i più grandi colossi internazionali della moda, a partire da LVMH o Chloé (maison del gruppo Richemont) la cui direttrice creativa Natacha Ramsay-Levi ha officiato in qualità di presidente della giuria, insieme a personalità come Charlotte Casiraghi o la top model attivista Liya Kebede. "Gli amici” di Hyères, difatti, sono tantissimi- tra partner e sponsor - e tutti di primissimo piano come l'impero Kering, Swarovski, l’organizzazione no-profit del cotone americano super sostenibile Supima, fino a Punto Seta, American Vintage, Petit Bateau o Mercedes.

Importanti gruppi internazionali, solitamente in diretta concorrenza l’uno (contro) l’altro, che è mirabile vedere interagire insieme per rendere questo appuntamento sempre più importante e sorprendente. Ed è forse questa una delle grandi magie segrete che accadono sotto al sole di Hyères.

Festival di Hyères 34: la collezione di Christoph Rumpfpinterest
Luca Mercatelli
Festival di Hyères 34: la collezione di Christoph Rumpf

Andando ai vincitori, è stato l'austriaco Christoph Rumpf a meritare il Primo Premio della Giuria (e quello del gruppo Exception) con la sua super eccentrica collezione Uomo. Fluida e “flamboyant” (come è titolata) è realizzata tramite una sapiente costruzione (e decostruzione) di preziosi tessuti d'arredamento, gocce dei lampadari chandelier, tappeti persiani scovati ai mercatini, broccati e tappezzerie vintage decorate da frange e gioielli che hanno fatto "la gioia" degli influencer presenti come Bryan Boy, Veronika Heilbrunner e Tina Leung.

Il Premio Chloé - maison che vanta la sua 7a presenza al Festival - è andato invece alla svizzera di origine cinese Tina Schwizgebel-Wang premiata per la sua reinterpretazione dello spirito fresco e libero del marchio, tra i primi brand di pret-à-porter creato da una donna per le donne, la leggendaria Gaby Aghion, i cui valori incentrati su un'idea completa (e concreta) di femminilità si sono ben incarnati nella rivisitazione del guardaroba tra maschile e femminile, attuata attraverso la grande ricerca della designer sul riciclo, come gli oggetti dimenticati negli aerei come mascherine e sleepy-pillow, unita a grafiche elaborate partendo dai tatuaggi home-made.

La collezione PoloMani by Tetsuya Doi, Yota Anazawa & Manami Toda vista al Festival di Hyères.pinterest
Luca Mercatelli
La collezione PoloMani by Tetsuya Doi, Yota Anazawa & Manami Toda vista al Festival di Hyères.

Una menzione speciale della giuria moda è andata poi al trio giapponese composto da Tetsuya Doi, Yota Anazawa & Manami Toda per la collezione PoloMani, un divertente mix and match di ispirazione Margiela dei capi e delle estetiche di Polo Ralph Lauren e Giorgio Armani. Mentre la collezione creata da Milla Lintilä sarà la base per una speciale capsule firmata dalla giovane stilista finlandese per le Galeries Lafayette prossimamente in vendita nel celebre departement store parigino e sull'omonimo sito.

Molto applaudita è stata poi l'irlandese Roisin Pierce con i suoi abiti nuvola in pizzo di cotone arricciato e ricamato a "broderie anglaise" premiata due volte: con lo speciale “award” della città di Hyères e con il nuovissimo "prix des métiers d'art" - riconoscimento istituito da quest’anno per la prima volta da Chanel per valorizzare quel connubio imprescindibile tra tradizione e innovazione che rappresenta la vera e propria linfa vitale della moda.

Róisín Pierce vincitrice del premio Prix des Métriers d'Art patrocinato da Chanel per i cappelli realizzati con Maison Michelpinterest
Luca Mercatelli
L’irlandese Róisín Pierce vincitrice del premio Prix des Métriers d’Art patrocinato da Chanel per i suoi cappelli realizzati con Maison Michel.

Ed è esattamente il fine nobile di sviluppare - e potenziare - questo rapporto tra illustre passato e radioso futuro che spiega la partecipazione di Chanel a Hyères, sicuramente una delle più importanti manifestazioni mondiali dedicate ai giovani talenti - a cui sono stati messi a disposizione i grandi savoir faire dell'Alta Moda francese, rappresentati da atelier leggendari - solitamente "riservati" ai maestri della Couture - come Maison Michel per i cappelli, la storica calzoleria Massaro, la maison artista delle piume Lemarié, i ricami di Lesage, Goossens per dettagli preziosi e i gioielli (oltre a Desrues, Les Ateliers de Verneuil-en-Halatte, l'Atelier Montex, Causse e Lognon), realtà artigiane d'eccellenza entrate via via a brillare come stelle nell'orbita della maison delle doppie CC.

L'esposizione Maison Michel a Villa Noailles al Festival di Hyèrespinterest
Luca Mercatelli
L’esposizione Maison Michel a Villa Noailles al Festival di Hyères

Con i suoi evanescenti look bianchi e immacolati più della neve, sotto i cui delicati pizzi arricciati come crema chantilly si nasconde un'ispirazione puntita come una stilettata (la collezione è dedicata alle discussissime Magdalene Laundries), Roisin Pierce ha saputo raccontare questa pagina drammatica della storia irlandese - per cui tante ragazze madri sono state umiliate e sfruttate in queste case prigione-convento - con tratto leggero ma deciso, addolcito dal tocco poetico di cappelli "nuvola" o "ice-cream" realizzati a quattro mani con Maison Michel - celebre manifattura specializzata in cappelli appartenente a Chanel appunto, di cui è direttore creativo un’altra forza della natura: la giovane e talentuosa Priscilla Royerche. Che - intervistata a proposito della sua collaborazione con Roisin e della partecipazione a Hyères - ha dichiarato:" ho adorato subito lei e il suo progetto. Ha una singolarità e una sensibilità molto forte. Non conosceva niente del “metier”, non aveva idea di come si crea un cappello, ma ha dimostrato un intuito e visione personale incredibile per la sua età. Lavorando in stretta sinergia si è riusciti a trovare le soluzioni tecniche per creare esattamente i modelli che la designer aveva in mente: un connubio incredibile di forza e leggerezza. Anche la nostra première d'atelier era davvero fiera del risultato ”. Quell’atelier magicamente "ricreato" in una speciale 'installazione creata appositamente da Maison Michel per il Festival, tra forme di legno storiche e grandi televisioni a tubo catodico che trasmettono gli ovattati rumori delle lavorazioni artigianali. In un progetto "progressista" che mette in scena contemporaneamente passato, presente e futuro. D'altronde è proprio questo l'animo più intimo del fashion concorso francese. Il famoso "segreto" di Hyères che non volevamo subito svelarvi all’inizio dell’articolo…

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Luca Mercatelli
Una sala della Villa Noailles a Hyères

Un Festival ospitato in uno dei luoghi più famosi dell'avanguardia di tutti i tempi: Villa Noailles, creata negli anni '20 dall'architetto Robert Mallet-Stevens per i visconti Charles e Marie-Laure de Noailles, grandi mecenati e pionieri del vivere (e del vestire) di oggi (Marie-Laure fu una tra le prime clienti Chanel). Manifesto dell'architettura modernista in cui è bandito ogni decorativismo superfluo, questa casa è da sempre ritrovo di artisti, innovatori e grandi eccentrici e nelle sue sale - ristrutturate di anno in anno anche con i ricavati provenienti da questa manifestazione - lo spirito di ricerca culturale e mecenatismo dei primi proprietari è ancora forte e vivo. E coinvolgente...

Villa Noailles a Hyèrespinterest
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Villa Noailles a Hyères

Una villa che con le sue scevre camerette monacali, lo studiolo per preparare i bouquet di fiori, gli orologi a muro come unico elemento decorativo, le palestre e la piscina (oltre che precursori del gusto nel mondo dell'arte i Noailles furono antesignani anche di quello che oggi chiamiamo fitness o workout), i lunghi corridoi, gli inaspettati giardini sospesi e terrazze affacciate nel vento è la cornice ideale per le presentazioni, tavole rotonde, mostre, concerti e incontri che rendono questo evento un unicum del "fashion calendar" internazionale. Per rendersene conto, basta varcarne la soglia, giusto accanto allo strabiliante giardino cubista. Non solo per gli addetti ai lavori, infatti dopo i tre giorni del Festival tutte esposizioni rimangono aperte al pubblico fino al 26 maggio prossimo venturo. Per informazioni www.villanoailles-hyeres.com

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L’ingresso di Villa Noailles a Hyères