Non c'erano treni ma tanti binari (con le rotaie di polistirolo seppure sembrassero in ferro e legno), non c’era Karl ma c’era Virginie Viard (che dopo le lacrime nel backstage poi ha sempre sorriso) e c’era ancora una volta quel senso di attesa e sorpresa che ci si aspetta da Chanel. Nell’immensa navata centrale del Grand Palais il vuoto scenico ha infatti lasciato spaesato chi si aspettava ancora un faraonico allestimento. Oggi, come ieri, idee e budget non mancano ma Virginie Viard ha preferito puntare tutto sull’immaginazione usando solo qualche simbolo di quel sogno che sono i viaggi.
Le 65 panchine su cui sedevano le 650 persone, divise in due sfilate, alle 9 e alle 12 di ieri 3 maggio 2019, hanno accolto chi voleva ancora sognare le destinazioni delle sfilate passate di Chanel: da Singapore a Venezia, Edimburgo, New York o l’Avana. Il ricordo era affidato alla sensibilità di ogni cliente perché il solo stimolo presente erano i binari che invitavano alla partenza, alla fuga e al sogno.
Nei 79 passaggi della collezione crociera nessun copia e incolla delle passate stagioni, piuttosto un’evoluzione dei codici Chanel: il logo che decora i leggings, il tweed diventato anche monocolore, il bianco più grafico e il nero più sexy, il tailleur da portare con ampi pantaloni.
Saranno felici le puriste dello stile di Coco che potranno scegliere fra ben quattro tailleur bianco panna dalle passamanerie vintage. Look rétro forse ma che con le minigonne e le vezzose ballerine coordinate rappresentano ancora un’irresistibile tentazione per ogni ragazza.
A sorpresa arrivano anche i fiocchi, ma piatti, che sembrano farfalle appoggiate sui décolleté. E poi le calzature che sono sempre bicolore: bianco e nero, con variazioni di fucsia e rosso. Gli omaggi a Karl Lagerfeld si susseguono sottili: gli shorts hanno spacchi strategici, i revers sono asimmetrici e ancora i colli delle camicie sono alti come li portava il Kaiser.
Fra brani musicali sempre a tema ferroviario del calibro di Le Petit Train dei Rita Mitsouko, Different Trains di Steve Reich e ancora Love on a real train dei Tangerine Dream c’erano Ali McGraw, Claudia Schiffer e Naomi Campbell (testimonial della nuova versione dell'orologio J12), Vanessa Paradis e sua figlia Lily-Rose Depp, Keira Knightley (incinta) e Jean-Paul Goude (a cui Chanel dedicherà una mostra a novembre) ad applaudire Virginie Viard.
Tutte prima o dopo la sfilata sono passate dal Salon d’Honneur del Grand Palais trasformato in ristorante fine secolo. E se la colazione era americana o continentale, il pranzo era a base di verdure, branzino con salsa agrumata e vacherin di meringa con creme.
Alle pareti i quadri delle destinazioni in cui Chanel ha sfilato, dipinti creati appositamente per l'evento e che riecheggiavano l'atmosfera dello storico ristorante parigino della Gare de Lyon Le Train Bleu.
Per la prima volta Virginie Viard e il suo team siedono allegramente tutti assieme a un tavolo come se fossero ospiti. Senza privé e divisioni, tutto con serenità e gioia. Le clienti nominano Pharrell Williams, che dopo il successo della sua collezione, ci si aspettava fosse presente e, naturalmente, molte citano ancora Karl Lagerfeld. Senza lacrime o malinconia. Proprio come avrebbe voluto essere ricordato lui.