Ogni abito è un indizio. Ogni abito lascia una traccia. Ogni abito è responsabile di una prova. E indizi e tracce e prove sono i percorsi lungo i quali si dipana una narrazione. Si chiama Romanzo breve di moda maschile la mostra allestita nello splendido corridoio vasariano del Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti che ha inaugurato la ricca e opulenta edizione della fiera fiorentina dell’abbigliamento maschile nata nel 1972 come epicentro commerciale, e poi culturale e sociale e politico del vestire da uomo. Curata da Olivier Saillard, che con questo evento segna definitivamente il suo ingresso nelle manifestazioni collaterali di Pitti, Romanzo breve racconta trent’anni di Pitti Immagine Uomo attraverso i capi degli stilisti che qui hanno venduto, sfilato, presentato le loro creazioni e, attraverso quelle, hanno raccontato l’evoluzione di un maschio che si riveste di colori cupi e fogge formali per arrivare alla conquista del colore, alla disinvoltura dello sportswear fino alle soluzioni di un guardaroba infinito e senza genere, dove donne e uomini possano attingere ciò che, indosso, li fa stare meglio, li colloca in un posto nel mondo dove sentirsi al sicuro. I capi sono appesi tra grandi riproduzioni di libri, come se fossero illustrazioni di fiabe realistiche, oppure abbandonati per terra, come se il corpo che li occupava se ne fosse appena spogliato, disposti volutamente senza riferimenti temporali, decontestualizzati e silenziosi.

White, Fashion, Outerwear, Fur, Joint, Footwear, Jacket, Fashion design, Sleeve, Shoe, pinterest
Courtesy Photo


Sono divisi per capitoli, appunto: “Cronache illustrate”, “Sala da ballo”, “Diario di un’esplorazione”, “Con inchiostro nero”. Ogni sala-capitolo ha una citazione introduttiva e un ritratto maschile scelto da Saillard tra quelli presenti nelle gallerie di Palazzo Pitti. Un dialogo tra arte, costumi storici e selezioni di testi letterari: uno per tutti? Quello di Pasolini: “Miliardi di viventi, una dolce mattina si desteranno, al semplice trionfo delle mille mattone della vita, con la maglia riarsa... con l’unico del primo sudore... Felici essi - felici! “Una mostra che non vuole essere esaustiva di tutta la storia della moda maschile, ma ne analizza le possibilità espressive, che assumono tanta più importanza, tanta più è il desiderio di ricercarne il significato in una piega, in un ricamo, nel taglio di una manica”, spiega Saillard.

Outerwear, Art, Fictional character, pinterest
Courtesy Photo

Un po’ scientifica, un po’ poetica e molto malinconica (non si può non pensare a quando “quel” vestito o “quella” giacca aveva incendiato i nostri desideri o erano incollati alla nostra fisicità), “Romanzo breve” è un’esperienza delicata e istruttiva come un romanzo di formazione, ha molti colpi di scena come un thriller, causa smottamenti sentimentali come una love story, suscita voglie di fuga come una saga di avventure. Hippie, punk, dandy, fricchettoni, gagà, viaggiatori hanno sempre avuto una modalità di autorappresentazione che ha scelto la moda come veicolo di idee e contestazione. Grazie a una squadra di esperti che hanno aiutato Saillard, si gira per le sale con animo addolcito e piacevolmente stupito dalla quantità di sensazioni che i vestiti possono farci esplodere dentro. Fermamente voluta da Pitti Immagine e dal Centro di Firenze della Moda Italiana, Romanzo Breve di Moda Maschile non è solo una mostra che durerà fino a tutto novembre. È anche l’inizio di una collezione unica, costituita da più di 150 capi donati dagli stilisti che hanno partecipato e che potrebbe essere il primo nucleo di un museo permanente di moda da uomo. Perché vederla? Per chiedersi, in definitiva, come mai, nonostante tutto, la moda continui ad affascinarci in un taciturno vis-à-vis, che molto ci dice sul bisogno di ognuno di noi di trovare le chiavi per leggere in se stesso e nel mondo circostante.