Archeologia dei sentimenti. Se Gucci ha commissionato al filmmaker Josh Blaaberg il documentario Distant Planet: The Six Chapters of Simona in partnership con Frieze (la più importanti manifestazione d'arte contemporanea londinese), sul fenomeno della Italo-Disco degli anni 80, ci sono altri designer che prendono ispirazione dalle subculture giovanili italiane per elaborare creazioni che hanno il senso di un'ironica memoria, di un tenero e un po' beffardo ricordo.
Davide Bazzerla, eclettico artista e designer che vive tra Berlino e Milano, rende omaggio a quelle tribù che incarnavano la voglia di leggerezza e divertimento in muse come Amanda Lear e Nadia Cassini, cui unisce anche a una riflessione sulla sostenibilità, sul riciclo e sul riutilizzo. E anche sulla possibilità di rivivificare un abito, che magari giace nel guardaroba, con un “oggetto vestimentario” - si chiamano proprio così: dressing objects - che ne metamorfizza il messaggio primario, rendendolo sexy o glamour o spiritoso.
Un'operazione che risente della grande lezione del "decostruzionismo" di Martin Margiela, ed è di grande intelligenza emotiva e razionale. Bazzerla pesca anche nel suo vissuto, connesso a un'immagine di moda barocca e sorniona, eccessiva e couture, fatta di grandi volumi da atelier anni 50 e riferimenti ai capisaldi del dress code della comunità gay, che proprio negli 80 iniziò a volersi rendere più visibile. Il titolo della collezione, Chapter 1: The Gold Rush diventa così, contemporaneamente, l'apologia di un'età dell'oro come quella delle Italian Disco e l'epigrafe a una serie di creazioni che utilizzano solo denim e catene d'oro, spesso entrambi di recupero o riciclati.
Il gigantesco fiocco mobile è un'allusione ai grandi vestiti da sera di Valentino e di Yves Saint Laurent, l'abito-collana di jeans e la cintura con cerchi di metallo appesi strizzano l'occhio all'estetica futuribile di Paco Rabanne, mentre l'harness richiama i codici del BDSM, privandoli di ogni valenza minacciosa.
Gli oggetti vestimentari di Maison Davide Bazzerla si trasformano nelle lettere di un alfabeto ironico e sfrontato in grado di riscrivere una contemporaneità che, se da un lato riattiva un circuito culturale con il nostro passato, dall'altro esalta il desiderio di non seguire il mainstream, di sfuggire alle regole. E di dare nuovi significati a materiali e forme che ne avevano, apparentemente, uno già acquisito. Ma non agli occhi di Davide.