La notizia è di quelle che scuotono un lunedì mattina tranquillo, mentre si avvicendano le sfilate della Fashion Week di Londra. Demna Gvasalia, il georgiano direttore creativo di Vetements, lascia il suo ruolo nel collettivo nato a Parigi nel 2014. A darne notizia è stata un’esclusiva concessa da Demna e da suo fratello Guram, CEO del marchio, a WWD. "Vetements è sempre stato un collettivo di menti creative", ha spiegato Guram. "Continueremo ulteriormente a spingere i limiti rispettando i codici e i valori autentici del marchio, continuando a sostenere la creatività e il talento genuino. Ciò che Demna ha compiuto negli ultimi anni rappresenta un capitolo chiave nella storia di Vetements. Gli siamo molto grati per aver contribuito al grande momento della maison".

Se l’uscita da Vetements di Demna Gvasalia è stata giustificata dalla necessità di “perseguire nuove avventure” - e considerando che Demna è anche il direttore creativo di Balenciaga dal 2015, di certo non gli mancherà il lavoro – resta da capire se adesso il collettivo, formato inizialmente da stilisti che, come Demna, avevano maturato esperienze nei laboratori di Maison Margiela, ma che, a differenza sua, hanno preferito rimanere nell’ombra, troverà un nuovo rappresentante che si sacrifichi di fronte al flash dei fotografi, portando avanti lo stesso concetto di streetwear nostalgico, figlio della Cortina di Ferro.

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Dall’azienda, oggi allocata in Svizzera (scelta giustificata dalla necessità di un osservatorio esterno al fashion system, dal quale, appunto, osservare il mondo, ma forse anche da regimi fiscali più facili per un’azienda che ha raggiunto in pochi anni proporzioni macro) non trapela nulla. Se in effetti negli ultimi tempi si sussurrava tra gli insider (buyer che vogliono rimanere anonimi, come nelle migliori spy story), di cali nella desiderabilità tra i clienti che, al netto del logo, preferivano comprare Balenciaga, (sempre da Demna disegnato) – ipotesi fortemente negata dal duo dei fratelli dall’Est – gli impegni e le responsabilità di Gvasalia sono tanti, troppi. Consapevole che il marchio può ora reggersi sulle sue spalle, senza bisogno del suo nome, il creativo può proseguire nel prossimo capitolo, abbandonando definitivamente le felpe con cappuccio e pittogrammi ricavati dai suoi ricordi di bambino, dalla parte più sfortunata del Muro di Berlino, per cappotti in velluto e capispalla ergonomici, retaggio ed evoluzione 3.0 dello studio sulle proporzioni che fece grande Cristóbal Balenciaga.

"Ho iniziato Vetements perché ero annoiato dalla moda", ha spiegato lo stesso Demna in una nota congiunta con Guram. "E, contro qualunque previsione, la moda è cambiata davvero da quando Vetements è apparso sul panorama internazionale, aprendo le sue porte a nuovi talenti e nomi, quindi credo di aver completato la mia missione di innovazione del design in questo brand eccezionale. Oggi il marchio è cresciuto sviluppando un suo heritage creativo, e capace di aprire un capitolo tutto suo". Parole che suonano come la benedizione di un padre fondatore: ed in effetti, insieme a Gosha Rubchinksy in Europa, e a nomi come Virgil Abloh e Kanye West in America, Demna ha cambiato la faccia del fashion system. Certo è che, a soli 5 anni dall’inizio di quella rivoluzione, Demna è pronto a far spazio al nuovo, almeno da Vetements, e Virgil Abloh ha già annunciato che, dietro consiglio medico, si prenderà più tempo per sè nei prossimi 3 mesi: in effetti, ancora non è dato sapere se sarà presente alla sfilata del suo marchio, Off-White, programmata durante la settimana della moda di Parigi. Per sapere se sarà l’inizio di una nuova era, cosa diventerà Vetements senza Demna Gvasalia, e se racconterà ancora la contemporaneità dei millenial con un guardaroba cristallizzato nell’iconografia Eighties, basterà aspettare la prossima sfilata.