Una 25enne in piena evoluzione: è Laura Kampman, olandese, modella e fotografa. Anzi, dalla prima definizione sta cercando di staccarsi.

«Ho iniziato a sfilare nel 2011 e di questo lavoro ho sempre amato la giocosità e la libertà che mi ha dato, permettendomi di vedere il mondo, di incontrare persone diverse che sono diventate cari amici, di vivere negli Stati Uniti e di provare sempre un senso di avventura. Il lato negativo è stato cominciare a 16 anni, dovermi confrontare con i rifiuti, la solitudine e le insicurezze di un’adolescente che si sovrapponevano al dover crescere molto in fretta. Negli ultimi tempi non mi piaceva più come una volta, forse i miei interessi sono cambiati, ma a inizio anno sono tornata a vivere in Olanda e ho deciso di iscrivermi a scuola e studiare cinema».

La fotografia è sempre stata parte della sua vita, da quando viveva nella campagna olandese: «Fin da piccola amavo ritrarre i miei amici, i miei animali o me stessa. La fortuna di aver lavorato come modella mi ha permesso di mostrare le mie foto a tante persone e di poter accedere a opportunità meravigliose».

La vita l’ha poi portata a New York per lavoro, a Ibiza per un anno a cercare di staccare la mente e infine a Los Angeles dove ha iniziato a fare musica (sta lavorando al primo album e ha all’attivo qualche collaborazione). «È stato interessante per me tornare a scattare autoritratti. Lo facevo fino a un paio d’anni fa, poi ho smesso. Non so perché, forse proprio quando ho iniziato a mettere in discussione la direzione che prendeva la mia vita. È stato come guardarsi allo specchio di nuovo, confrontarmi con il mio riflesso attuale», racconta Laura, «quindi la donna che vedete è parte di me, curiosa e rilassata allo stesso tempo. Un po’ come la calma prima della tempesta».

Le foto sono state scattate nel suo appartamento e in quello di sua nonna, divertita dalla situazione: «La mia preferita è quella con la tenda, per la composizione e per la situazione in cui è nata. È la camera da letto di mia nonna. Nel frattempo lei sedeva in salotto e cercava di raccontarmi la sua giornata urlando dall’altra parte del muro. Mentre lavoravo a volte entrava in stanza e rideva con dolcezza, dicendomi che io sono senza dubbio quella strana della famiglia».

L’anno scolastico sta per cominciare, si sente emozionata? «Tornare a scuola è una grande sfida per me: presentarsi tutti i giorni nello stesso edificio alla stessa ora è qualcosa che mi ero persino scordata potesse esistere».