Capi che riprendono vita indossati da donne diverse a distanza di anni, a volte decenni. È il fascino e la magia degli abiti vintage passati/tramandati/affidati di madre in figlia o da nonna a nipote, oppure ritrovati in bauli dimenticati in soffitta da (troppo!) tempo o in boutique di abbigliamento di seconda mano intrisi di odore di naftalina. Dare una seconda possibilità a capi e accessori che hanno già vissuto decenni fa è una tendenza che affonda le sue radici nella notte dei tempi, ma destinata a diventare sempre più virale ora che più che mai volere bene al pianeta significa vivere senza sprechi. “Perché non aggiornare e rinfrescare abiti che possono essere indossati ancora?”, si è chiesta la nota style coach Carla Gozzi prima di dare alla luce Second Chance, progetto realizzato e prodotto dal suo omonimo atelier dove l'abbiamo incontrata per conoscere meglio il suo nuovo, bellissimo e super sostenibile progetto.

Cos'è il vintage per lei?
Lo adoro vintage da sempre. Quando tutti erano moderni io vestivo mise rétro. A casa ho un guardaroba con pezzi originali vintage meravigliosi. Visto che oggi il concetto di riciclare è diventato un fatto di sopravvivenza ho pensato che riportare alla vita capi vintage potesse essere molto utile. Così ho usato la mia esperienza nel mondo del fashion per rendere utile la mia passione per la moda d'antan.

Clothing, Suit, Formal wear, Outerwear, Fashion, Dress, Blazer, Footwear, Jacket, Beige, pinterest
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Second Change by Carla Gozzi

Cosa faceva Carla Gozzi prima di lavorare in tv?
Dopo il liceo artistico ho iniziato a lavorare nella moda come assistente designer da MaxMara a Reggio Emilia quando ancora le sarte cucivano i cappotti a mano. Sono rimasta in questa azienda 20 anni ricoprendo ruoli importanti e seguendo grandi progetti come la nascita di Max&Co. Poi come freelance ho lavorato per circa 15 anni in giro per il mondo in America per Calvin Klein dove ho approfondito i concept "slip" e "jeans", in Francia per Castelbajac, Thierry Mugler e Lacroix che mi ha fato innamorare dei ricami, a Tokyo con Yohji Yamamoto, in Italia con Mila Schön, Gabriele Colangelo ed Ermanno Scervino. Finito il ciclo con gli stilisti ho voluto dedicarmi alla consulenza. In realtà anni prima avevo seguito a New York un corso di consulenza di immagine che avevo messo nel cassetto. Dopo avere viaggiato per tutto il mondo ho deciso di tornare a casa, Reggio Emilio, e di aprire qui il mio atelier dove propongo perlopiù corsi di personal shopper della durata di cinque giorni e di personal style della durata di due giorni.

Come nasce un look Second Chance?
I capi per essere indossati con modernità vengono sottoposti a un vero e proprio make over. Si tratta di una selezione di indumenti e accessori di epoche passate che spaziano dagli anni Quaranta agli anni Novanta provenienti da guardaroba personali e da collezioni vintage private. Capi unici che venivano prodotti da sartorie e atelier italiani dietro commissione di clienti speciali. Sono, infatti, realizzati con tessuti meravigliosi come l'organza, il velour, il canvas di lino, il crêpe de chine, la lana e la seta e confezionati in modo impeccabile... come una volta.

Come seleziona capi e accessori?
I pezzi devono essere integri e non rovinati. La preselezione dei capi e degli accessori - cinture, foulard e borse in primis - è condivisa con i fratelli Broche, Samuel e Stefano, che da molti anni a Bologna hanno aperto il loro atelier Vintage e quel che più conta selezionano personalmente da guardaroba italiani privati capi e accessori, conoscendone così l’origine e la loro storia. I capi selezionati vengono poi studiati, ri-adattati e ri-proporzionati ai tempi moderni, grazie a modifiche sartoriali, conservandone però le peculiarità. Dopo avere terminato il lavoro di restyling, tutti i capi vengono portati in tintoria dove sono sottoposti a igienizzazione con prodotti specifici e stirati a regola d'arte. Entreranno, infine, a fare parte di un total look Second Chance. I prezzi dei look vanno circa da un minimo di 80 euro a un massimo di 200 euro.

Clothing, White, Fashion, Dress, Mannequin, Shoulder, Outerwear, Fashion design, Beige, Knee, pinterest
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Second Change by Carla Gozzi

In cosa consistono le modifiche sartoriali?
Sono di due tipi; una parte è dedicata alla sostituzione di accessori come zip, bottoni, fodere dell'epoca del look recuperati da rigattieri o mercatini, e un'altra parte, molto importante, è volta a rendere il capo attuale e mettibile attraverso, per esempio, la riduzione di volumi, allungamenti o accorciamenti, l'inserimento di maniche e/o colletti e la modifica di alcuni dettagli.

È possibile sapere com'è stato trasformato ogni pezzo?
Per ogni capo, proprio perché è unico, viene realizzata una sorta di carta d’identità con fotografie del prima, le lavorazioni effettuate, il dopo e la storia di origine.

Come si scelgono i pezzi sul sito?
Ogni donna ha il proprio stile personale, ma per semplificare la ricerca ho diviso i look in due categorie: la donna femminile e la donna minimal. La prima spesso mette in evidenza le gambe, gli occhi, osa scollature profonde o aderenze, mentre la seconda preferisce avere un look pulito e asciutto senza grandi contrasti di colore indossando scarpe basse, jeans e il tricot. A ogni donna non resta che scegliere una delle due categorie e poi navigare, guardare ed eventualmente scegliere.