I cartamodelli che sono veline couture, impalpabili e croccanti. Il suono dei fili di perle che si sfiorano, componendo melodie vintage. La rincorsa di ago e filo fra tessuti che sono preziosi da museo del gioiello. Quando le serrature spesse di appartamenti neo liberty parigini si chiudono alle spalle di Virginie Viard, il sipario in velluto rosso plissettato si apre sulla storia di Chanel. Che alle stanze di Maison Lesage, lì dove nascono gli abiti Chanel da sogno, deve cent’anni di incessante artigianato inestimabile. Catapultati come in medias res in quell’atelier dove si entra in silenzio, per timore reverenziale, e si esce in silenzio, per stupore esponenziale, accompagniamo virtualmente la creative director di Maison, succeduta a Karl LagerfeLd dopo la sua scomparsa nel febbraio scorso, nel percorso di creazione, rifinitura, perfezionamento della collezione Chanel Métiers d’art 2019/2020, che sfilerà il prossimo 4 dicembre. Un teaser da dietrolequinte con scenografia il civico 31 di rue Cambon, le cui pareti hanno visto fiorire le camelie di Coco anno dopo anno, e che oggi sbocciano insieme a Virginie Viard e Hubert Barrère, direttore degli atelier Lesage, ça va sans dire il vivaio in cui i fiori non si raccolgono, s'indossano.

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