Di Christelle Kocher si era già parlato di recente, come astro nascente della moda francese, sinonimo di una nouvelle vague vincente – ed infatti ha già vinto il Grand Prix de l'Andam, l'associazione francese per lo sviluppo delle arti e della moda. Pucci ha evidentemente preso l'occasione al balzo, e ha deciso di puntare su un nuovo volto, assumendo proprio Christelle come designer esterna. Dopo l'addio di Massimo Giorgetti, alla guida del marchio fino ad inizio del 2017, il marchio si era affidato a un team stilistico interno, privo, forse, di una visione contemporanea del brand fondato dal marchese Emilio Pucci e divenuto guardaroba di preferenza, nei sixties, delle jeunes filles en fleurs e di una certa intellighentia ritratta, rilassata, sulle terrazze di Capri nelle foto di Slim Aarons.

Prima di Giorgetti, il brand aveva puntato su Peter Dundas, norvegese dall'approccio glam, che sembrava il partner perfetto per il rilancio della griffe fiorentina: il progetto, poi, aveva suscitato meno entusiasmo di quanto ci si aspettava da LVMH, che possiede Pucci e ha sempre tenuto in grande considerazione il ruolo e il talento di Dundas, oggi impegnato con il suo brand omonimo. La nuova era, quindi, inizia da una donna, che ha già nel cv precedenti impieghi per brand come Bottega Veneta, Chloé, Dries Van Noten, e ha appena firmato un accordo di licenza con la OTB di Renzo Rosso. L'impiego, però, è a termine, e si concluderà con la creazione della collezione a/i 2020-2021. Sarà abbastanza, per ridare lustro al brand delle stampe optical, di Jackie Kennedy con un fazzoletto sui capelli, mentre passeggia per la piazzetta di Capri con Valentino, e Marlyn Monroe con i pantaloni a sigaretta stampati?