Non ne hanno parlato in televisione e ben pochi ne hanno scritto sui giornali. D’altra parte, la Haute Couture senza le sue altisonanti sfilate catalizza soltanto l’attenzione di chi vive quotidianamente di social. E così è stato tutto un passaparola fra pierre e amiche in quanto bisognava sapere il link esatto di fhcm.paris per apprezzare i filmati sull'alta moda francese. Chi conosceva il calendario delle giornate con l'elenco dei nomi, ancora oggi potrebbe cercare online questi filmati e vedere tutti gli sforzi degli stilisti (33 in tutto) dai loro siti e canali social. Per chi invece ha seguito le presentazioni, una ogni ora, c’è stato il piacere di lasciare subito un commento o di ripostare immediatamente i video nelle stories (se li si registrava dallo schermo del proprio cellulare).

Nell’attesa di sapere quale sia stato l’apprezzamento digitale (Launchmetrics, partner del progetto con Google non ha ancora comunicato i dati) i numeri visibili di like sui canali YouTube di ogni stilista contribuiscono a rafforzare il messaggio insieme a tutte le altre app di messaggistica e di informazione. Per esempio, il video di Schiaparelli (al momento in cui vi scriviamo) ha ricevuto su YouTube 182 like e ben 12mila views mentre su Instagram i cuori hanno battuto la soglia dei mille. Quale sia stato il pubblico finale è quasi impossibile da dire al momento. Soltanto il film di Matteo Garrone per Dior ha avuto su YouTube più di 22mila like e innumerevoli condivisioni su altri canali che hanno reso regina del digital Maria Grazia Chiuri. Il merito è stato quel sogno mitologico-bucolico-altruista che ha sorpreso tutti. E se dei trentasette look ve ne ricordate due o tre, poco conta, il mondo Dior è entrato in simbiosi con la natura e la parte più emotiva di ognuno di noi, facendoci pensare sempre positivamente a questo marchio.

Uno shock il video di Asia Argento per Antonio Grimaldi, ormai di casa a Parigi. L’attrice ha voluto interpretare, con sua figlia Anna-Lou Castoldi, la tragedia di Elettra chiamando ovviamente il corto Aelektra. Un matricidio dovuto a due donne simmetricamente affini ma rivali in cui ci sono sangue, morte e vendetta ma alla fine torna l’armonia. Otto minuti in cui si fondono la storia di un mito dimenticato e abiti dalla femminilità senza tempo nello splendido ninfeo di Villa Giulia a Roma.

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Ha destato non poche perplessità invece la clip di Chanel diretta da Mikael Jansson sulle cui doti fotografiche nessuno dubita, ma ci si chiede perché abbia voluto condensare la collezione in 83 sconnessi secondi, quando solo per realizzarla ci sono voluti tre mesi. Chi si aspettava, come l’iger @chanelfrenchboy, di vedere i ricami incredibili di Lesage e Montex o i gioielli di Haute Joaillerie, ha dovuto aspettare e cercare fra gli account di amici e clienti couture. @cbastien1311 ha qualche conoscenza interna e ha mostrato nelle sue stories foto che rendevano appieno il lavoro di Virginie Viard. Lei che ha dato una connotazione nostalgica all’ispirazione della collezione ha poi ritrovato la modernità della silhouette, pur dimenticando di mostrare certi dettagli HC. Un vero peccato perché non tutti hanno le possibilità di @arisajoylife cliente giapponese HC che ha ricevuto un vero invito cartaceo e soprattutto un’esclusiva tracolla rosa in regalo. Per lei ci sarà un personal virtual tour in cui si mostra e si spiega ogni singolo dettaglio dei capi, prima di ordinarne uno. Un’operazione possibile visto che molte, delle duecento facoltose signore nel mondo, hanno già un manichino con le loro misure negli atelier di Parigi.

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Mikael Jansson - Courtesy Chanel
Uno dei 31 modelli creati da Virginie Viard per l’Haute Couture di Chanel.

E per citare un altro marchio che non ha voluto molto far vedere della sua collezione, Valentino con il fotografo Nick Knight ha fatto evaporare, smuovere, spostare e sublimare una Loïe Fuller versione 2020 annunciando poi su Instagram che la sua vera sfilata sarà il 21 luglio alle quattro del pomeriggio. John Galliano con Maison Margiela Artisanal ha introdotto il primo dei suoi quattro teaser che verranno svelati il 16 luglio, giorno che sarà ricordato probabilmente solo dagli appassionati.

Sono stati coerenti Giambattista Valli e Stéphane Rolland che hanno avuto il pregio di mostrare le loro creazioni senza troppe pretese o effetti digitali. Un compromesso perfetto fra visibilità e sogno. Come Olivier Theyskens che al debutto da Azzaro ha chiesto a Sylvie Kreusch, cantante belga come lui, di interpretare la sua collezione acid-rock. Alexandre Vauthier ha preferito offrirci un minivideo come ripreso da un VHS e che rinsalda il suo amore per gli anni 80. Julie de Libran (ex-Louis Vuitton e Sonia Rykiel) ha mostrato sé stessa, il suo atelier, la sua casa e le sue amiche clienti. Piacevole, non indimenticabile ma non tutti hanno i budget di Dior e Chanel.

Ci hanno portato fuori da Parigi invece le interpretazioni della cinese Guo Pei che è andata in Africa e per il suo safari non ha usato neanche una pelle esotica ma solo seta, cotone fra i più fini e ricami per disegnare elefanti in 3d sulle giacche, abiti con colli di giraffa e altre creature della savana. L'indiano Rahul Mishra invece pone l’accento sulla rinascita e con il suo discorso pone l'accento sulle fatiche del momento nella sua nazione, con la speranza che la natura rigogliosa ci aiuti a superare questo periodo.

Dulcis in fundo, il duo Viktor&Rolf ha mostrato in una sala del Waldorf Astoria di Amsterdam nove look attraverso un filtro d’antan e grazie alla voce di Mika, simile a quella dei presentatori Tv negli anni Cinquanta. I robe-manteaux bordati di cuori, vestaglie trapuntate e gli abiti sottoveste con tutte le emoji possibili, pur volendo passare come inosservati, ci hanno fatto capire che, anche senza effetti speciali, il risultato rimane ben impresso, soprattutto quando si infonde lo spirito del tempo (ovvero protezione, paure, tecnologia e affetti) a capi che oltre al sogno inducono a riflettere sul presente.