Scegliere di affidare a un creativo di colore la propria immagine, per un progetto speciale, che mette in luce i talenti spesso taciuti di chi lavora nel backstage: in un momento storico di profonda trasformazione, nel quale è finalmente obbligatoria una discussione sulle minoranze, il retailer del lusso Browns ha deciso di lanciare A family affair: a celebration of the bonds that matter, progetto che vuole dare spazio alle comunità creative di solito lontane dalle luci dei riflettori. Per il quarto e ultimo episodio del formato, il brand ha pensato di affidarsi a uno degli stylist più noti a livello internazionale, Ibrahim Kamara, originario della Sierra Leone ma trasferitosi molto giovane a Londra. Il trentenne divenuto famoso con il suo progetto di laurea alla Saint Martins2026, shooting nel quale si mettevano in discussione i codici della mascolinità black, dopo il quale è stato subito ingaggiato da Kenzo – ha già firmato le copertine dei maggiori magazine di moda e collaborando con Paolo Roversi per il Calendario Pirelli del 2020, così come con Beyoncé per il suo visual album Black is king.

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Autoritratto di Ib Kamara per il progetto A family affair di Browns

“Quando Browns mi ha contattato per lavorare su un progetto che riguardava la comunità black ho subito accettato" spiega Kamara. "Volevo celebrare il talento immenso di alcune persone con le quali collaboro e che ho la fortuna di conoscere. Ce ne sono così tanti tra loro che arrivare a una lista definitiva è stato tremendamente difficile. Per progredire come individui abbiamo bisogno degli altri, in quanto grazie all'aiuto della comunità possiamo comprenderci meglio, capirci, e lavorare insieme per sostenere il talento altrui: è quello che mi succede nella comunità che mi sono creato a Londra. Per questa serie, vi potete aspettare un lavoro meraviglioso, che è il risultato del contributo di ognuno dei partecipanti. Non c'è momento migliore per mostrare che la bellezza può essere coltivata quando si lavora in un ambiente privo di discriminazione, nel quale il colore della nostra pelle non determina il talento, uno spazio nel quale tutti si sentono parte di una comunità".


Così, se alcuni dei partecipanti si sono tramutati in modelli per un servizio nel quale indossavano gli abiti dei brand in vendita nei grandi magazzini – da Alexander McQueen a Off-White passando per Balenciaga e Jacquemus – altri hanno messo in campo le loro abilità. La dj Mischa Notcutt ha creato la playlist Mix it up, usando il mezzo musicale come piattaforma per il cambiamento, mentre il fotografo Rafael Pavarotti, stretto collaboratore di Ib, ha discusso in video del loro proficuo rapporto lavorativo, che li ha portati a creare alcune foto già entrate nell'immaginario fashion, e il critico e storico di moda Osei Bonsu ha discusso proprio con Ib del potere dell'immagine.

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Virginie Moreira, hair stylist che ha collaborato con Ib Kamara per il progetto A family affair

Una storia a sé, quella di Ibrahim Kamara, che è arrivato a Londra a 16 anni con le idee chiare. «Ho saputo fin da subito che volevo fare qualcosa di creativo, ma d'altra parte volevo render felici i miei, così ho studiato scienze e sono andato al college. Non ero felice, e a un certo punto ho lasciato: ho perseverato per fare quello che volevo, e sono arrivato a Londra per frequentare la Central Saint Martins». E se la scuola d'élite e la capitale del regno d'Albione appaiono come un ambiente molto cosmopolita, lontano da episodi di razzismo, di quelli che agli europei sembra di poter veder accadere solo negli Stati Uniti, Kamara aggiusta il tiro. «Come in molte città dell'occidente la comunità nera si trova a dover affrontare discriminazione per via del colore della pelle e vere e proprie aggressioni razziali, su scala grande o piccola. Il trattamento che mi è stato riservato in alcune parti di Londra è catalogabile come discriminazione, ma questo non mi ha fermato dall'andare avanti con la mia vita, e cercare ciò che mi rende felice».

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Stephen Isaac Wilson, filmaker che ha condiviso la lista dei film che hanno ispirato la sua estetica, per il progetto A family affair

E se i brand fondati dai POC (acronimo americano che sta per people of color) da conoscere, secondo Kamara, sono molteplici «tra di loro citerei sicuramente Mowalola, Saul Nash e Jawara Alleyene», parte del problema con il movimento Black Lives Matter in Europa è sicuramente la mancanza di riconoscimento. «Penso che, per iniziare a portare una vera eguaglianza in Europa, bisognerebbe ammettere che c'è un problema» spiega Kamara, «in quanto la multiculturalità delle principali capitali europee non riflette necessariamente il paese del quale fanno parte, in materia di sicurezza degli spazi lavorativi, o anche di benessere. Penso che ci sia bisogno di fare molto per rendere le cose migliori, per trasformare il luogo di lavoro in un posto inclusivo per tutti. Come comunità, dobbiamo lavorare duramente per portare il cambiamento. E oggi, con questo progetto, sono felice di essere in prima linea in questa battaglia.»