Raf Simons alla prova dell'abbigliamento femminile: se la notizia non risulta una novità assoluta, visto che il creativo già in passato ha lavorato con gli stilemi del guardaroba per lei, nei suoi anni da Dior, Jil Sander e Calvin Klein, la notizia è nel fatto che, invece, non lo ha mai fatto con il suo marchio eponimo. L'annuncio che ha smosso il fashion system – che ha da sempre una predilezione affettuosa per il creativo belga, maturata in più di 20 anni di carriera e cementata di riconoscimenti – è arrivata ieri attraverso il canale Instagram del brand, che ha annunciato la lieta novella. Insieme alla sua storica collezione uomo, il 23 ottobre, in una sfilata co-ed – di cui non si conosce ancora il formato, se esclusivamente digitale o anche fisico – sfilerà, per la prima volta, il womenswear.

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Dopo l'annuncio della co-direzione creativa con Prada, di cui si vedranno i primi risultati il 24 settembre, arriva quindi un'altra novità nella carriera di Simons, anche se già da tempo ormai, diversi shop online, come Matchesfashion, vendono felpe, tute e pantaloni da uomo anche nell'area dedicata all'abbigliamento donna. Una fluidità che lo stesso creativo non ha mai rifiutato, facendo sfilare nei suoi show maschili anche delle modelle, come Hanne Gaby Odiele e Mica Arganaraz per l'autunno-inverno 2015, e Julia Nobis per la primavera-estate 2018. Tra l'altro, sono diverse le clienti affezionate del brand, una su tutte, Rihanna, che si fa spesso avvistare con le maxi felpe del marchio.


Non c'è nessun tipo di anticipazione rispetto alla neonata linea femminile, ma a guardare l'annuncio, correlato da sticker parlati, con le frasi "Exit the parade", "Teenage dreams" "Question everything" sembra lecito pensare che Simons attingerà con coerenza all'universo di riferimenti estetici a cui ha abituato il suo pubblico con la linea maschile. Laureato in industrial and furniture design a Genk, e braccio destro di Walter Van Beirendonck, Simons ha presto capito che il suo futuro sarebbe stato più vicino alla moda che all'arredamento. Affascinato dalle sottoculture giovanili, il punk tra tutte, la sua prima sfilata, quella dell'autunno-inverno 1997, vede anche l'influsso dell'architettura e del graphic design, con più di un accenno alla Bauhaus, e all'estetica del gruppo elettronico dei Kraftwerk. Anche la new wave, tra le correnti musicali degli anni 80, con i suoi suoni freddi e metallici e le grafiche minimali ma ricercatissime, ha trovato posto nella narrazione simonsiana: su anorak e giacche sono spesso comparsi patch vintage, ricavati da flyer di concerti e da grafiche di album, come la celeberrima copertina di Unknown Pleasures, disco seminale dei Joy Division, la cui immagine pensata da Peter Saville altro non era che un grafico comparato, ripreso dalla Cambridge Encyclopedia of Astronomy, e che registrava le frequenze del segnale proveniente da una stella di neutroni. Certo, con le sue incursioni nell'universo femminile di altre maison, si è però dimostrato capace di adeguare il suo lessico, rendendolo più armonioso e coerente con altri mondi, come nel caso di Jil Sander, di cui ha esaltato il minimalismo di stampo germanico, colorandolo di nuance fluo, color-block, e riportando il marchio nella lista dei desiderata degli addetti al settore. Con Dior, invece, ha rivitalizzato la classica bar jacket, inserito sugli abiti couture stampe di dipinti fiamminghi o graffiti di Sterling Ruby, artista con il quale collabora spesso e volentieri – e infatti Sterling Ruby ha firmato anche il flagship store di Madison Avenue a New York di Calvin Klein, che Simons ha diretto per due anni. E proprio da CK, Simons ha invece esplorato l'anima intrinsecamente sportswear dell'heritage americano, elevandolo attraverso tagli affilatissimi, vestiti in latex, e cappelli balaclava in lana. Il 23 ottobre si aprirà un nuovo capitolo, con la certezza che Raf ha ancora molta voglia di stupire.