Corsi per divenire artisti 3D; attività di management che si affiancano al classico percorso per diventare designer; percorsi che avviano verso l'imprenditorialità e l'auto-produzione; master in sostenibilità ambientale. Gli istituti di moda italiani si preparano ad affrontare un anno scolastico diverso da tutti gli altri, di fronte a un mercato del lavoro che, solo negli ultimi anni, ha cambiato radicalmente volto, portando a sviluppare nuovi corsi e aprendo altrettante opportunità agli studenti che si affacciano alle porte di un universo, quello della moda, vagheggiato, sognato, ambito, e oggi divenuto più competitivo che mai. A rendere la situazione più difficile di sempre ci ha pensato la pandemia da Covid-19: l'International Labour Organization, a maggio, ha calcolato che 1 su 6 giovani hanno smesso di lavorare dall'inizio dell'emergenza sanitaria. L'Institute of Student Employers ha confermato invece, ciò che già si temeva: da quando sono state adottate delle misure di lockdown, solo in Inghilterra sono stati tagliati il 23% dei posti di lavoro entry-level, cioè gli stage e i tirocini che si dedicano a chi è fresco di laurea, master o diploma. E proprio parlando di master, l'ultima indagine di Alma Laurea (consorzio inter universitario che raggruppa 76 atenei sul suolo italiano) ha sancito che, ad avere più possibilità sul mondo del lavoro è chi arriva al più alto grado dell'istruzione, frequentando un master: il tasso di occupazione a un anno dal conseguimento del titolo è dell'88,6% , +6% rispetto all'anno prima, con uno stage assicurato nel 64% dei casi. Il mese scorso, però, l'OCSE – Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico – ha bacchettato l'Italia con il suo report, nel quale afferma che gli italiani sono ben al di sotto dei coetanei europei in materia di livello di studio ( il 28% dei 25-34enni nostri connazionali ha una laurea, mentre nel resto d'Europa la media si attesta sul 45%). Ma quali sono le figure lavorative che, in un momento così complesso, possono trovare collocazione in aziende e case editrici, più facilmente di altre? Secondo un articolo di BOF, risalente a luglio, "Fashion jobs that are in demand now" e che quindi faceva già i conti con il prolungarsi della crisi economica indotta dal Covid-19, si stanno facendo sempre più spazio nuove professionalità, che già trovavano prima collocazione, e il cui apporto diviene adesso fondamentale. Un esempio è il CGI Artist, ovvero chi realizza animazioni e grafiche in 3D. Se prima i brand usavano questo tipo di figure per la produzione di contenuti ad hoc – short movie o progetti video che promuovevano questo o quel prodotto, più per vezzo tecnologico che per reale necessità – oggi, con gli show sempre più in bilico e a rischio cancellazione, bisogna necessariamente pensare a modi nuovi nei quali presentare le collezioni. Anche chi arriva da settori diversi, come quello della progettazione di piattaforme che consentono lo streaming e l'interazione, sarà sicuramente nei desiderata delle risorse umane di maison e case editrici: per quest'ultima fashion week, ad esempio, Burberry, primo marchio nella moda, si è affiliato a Twitch, piattaforma di solito usata dall'online gaming – chi, nel pratico, vi si connette per guardare all'opera i gamer, gli esperti di videogiochi – per presentare in live streaming la sua collezione. Oltre alla semplice diffusione del video, la piattaforma di Twitch per Burberry prevedeva anche una chat nella quale gli utenti potevano interagire con il brand e tra di loro, in diretta. Le funzionalità tipiche di queste piattaforme consentono una varietà di interazioni a cui la moda potrebbe trovare presto utilizzo: nell'online gaming – il cui mercato globale, secondo Newzoo, l'analista più credibile del settore, ad oggi vale 152 miliardi – si può, ad esempio, fare delle donazioni dirette al proprio gamer preferito. Al raggiungimento di una soglia prestabilita, si sbloccano, come nei migliori videogiochi, delle ricompense: pagato quanto basta, il giocatore potrà così svelare, e mettere direttamente in pratica, di fronte alla consolle, il trucco o il modo corretto per affrontare difficoltà e livelli apparentemente insuperabili.

Non solo web e programmazione, però, saranno richieste nel futuro: di fronte a un mercato che sta cercando di affrontare davvero, per la prima volta, il tema della sostenibilità ambientale, è necessario adottare un approccio totalmente diverso alla gestione del magazzino così come alla comunicazione del proprio marchio. Da questa esigenza obbligata partono il lavoro dello smart inventory manager e quello dell'esperto di responsabilità ambientale, altre due professionalità indicate da Bof come altamente richieste nel presente, e prevedibilmente, sempre più nel futuro. Di fronte a questo panorama, cosa stanno quindi facendo, le scuole di moda italiane?; come è cambiata la loro offerta formativa?; quali sono i corsi migliori da frequentare, se si vuole entrare più o meno agevolmente, nel mondo del lavoro?; chi ha la migliore percentuale di occupazione, ad un anno dal conseguimento del titolo?; chi ha risposto meglio alle difficoltà della pandemia?

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L'Istituto Marangoni, nell'85esimo anno dalla sua nascita, ha deciso di creare la piattaforma digitale House of istituto Marangoni, che dà visibilità agli studenti dell'ultimo anno, con i loro progetti e collezioni, sostituendo così il formato della sfilata di fine anno. Sempre per loro, sulla piattaforma dedicata, sarà attivo un servizio di consulenza per la lettura e la revisione del proprio CV. Inoltre, il sito web, primo punto di contatto degli studenti con la scuola, è stato aggiornato grazie anche all'apporto dell'intelligenza artificiale, come spiega la general manager Stefania Valenti. « La formazione non è un processo finito e statico che inizia con l’iscrizione a un corso e si conclude con il titolo di studio, ma piuttosto un percorso evolutivo che parte dall’ascoltarsi, coltivare un sogno, porre basi sempre più solide e costruire il proprio futuro in una relazione continua fra diverse entità e persone che condividono le stesse passioni, valori, obiettivi e progetti. Il sistema alla base del nuovo sito, che verrà lanciato ad ottobre, è un'intelligenza artificiale capace di personalizzare i contenuti secondo la navigazione degli utenti per proporre l'informazione più idonea al singolo, migliorando così l'interazione, per seguirli nel percorso decisionale in modo personalizzato e puntuale». Per quanto riguarda la didattica, invece, grazie alle procedure di sicurezza sviluppate con la società ADAPT, gli ambienti scolastici sono differenziati per tipologia e attività. Dopo aver effettuato valutazioni su capienza e flussi, un sistema automatizzato di conteggio calcola il giusto numero di persone autorizzate ad occupare gli spazi. Per gli studenti stranieri, che per motivi legati all'emergenza della pandemia, non possono raggiungere subito le sedi scelte, è disponibile un sistema di e-learning, che registra le ore di didattica, le traduce e le invia agli allievi che si trovano con un fuso orario di +5 ore o -5 ore. Lo stesso sistema sarà utilizzato con i laboratori, che diventano, per chi ne ha bisogno, virtuali, e in grado di coprire tutte le necessità grafiche. Ad essere più ambiti – e particolarmente efficaci – rimangono i corsi classici, quelli dedicati ai fashion designer, e agli stylist. Dalla ricerca commissionata ad Ipsos nel 2018, il 90% dei diplomati nelle sedi italiane di Marangoni trova un'occupazione entro il primo anno (con il placement più alto registrato tra frequentanti dei corsi dedicati ai designer, agli stylist, e poi a chi si focalizza sul lato business). E oltre ai classici percorsi formativi, però, l'attenzione è anche rivolta al futuro. «Per quanto riguarda i realizzatori di video in 3D, i CGI Artist» spiega Valenti «nei corsi in Visual Design, ma non solo, insegniamo ai nostri studenti l'utilizzo di diversi tool di disegno e rendering digitale. Inoltre, anche nei nostri corsi Fashion, abbiamo recentemente introdotto nei piani di studio Clo3D, che è un software che consente il disegno e la progettazione di outfit e collezioni interamente in digitale, dal disegno al rendering dei tessuti e dei materiali fino al drappeggio dei tessuti e alla realizzazione di una sfilata virtuale. E tra le professionalità indicate dal BOF, tra quelle alle quali Marangoni dedica ampio spazio c'è di certo quella del "virtual showroom designer cioè chi, sempre in CGI – computer generated imagery – ricrea l'esperienza della vendita in showroom in un ambiente digitale. « Anche nei nostri corsi di Design, ad esempio in Interior, tra le varie tipologie di interni che vengono progettate in CAD dagli studenti, ci sono gli ambienti dello showroom, grazie anche all'heritage consolidato di Istituto Marangoni nella contaminazione tra ambito design e ambito fashion». Sforzi, che, a guardare i numeri pagano: le iscrizioni di quest'anno, sono incrementate. Se in Italia si segna un +19%, in Francia si tocca un +52%.

E una piattaforma speciale che possa sostituire la sfilata di fine anno è stata creata anche dalla NABA, Nuova Accademia di Belle Arti. Si chiama Digital Fashion View - Sound of Fashion, e mette in mostra i lavori di chi ha concluso il triennio in Fashion Design – i cui lavori migliori sono stati selezionati da giuria di professionisti, aziende del settore e giornalisti – e del biennio in Fashion and Textile Design. Abbinato a un magazine online che ne racconta al meglio ogni dettaglio, la piattaforma si presenta come nata per restare, a fronte di una situazione che non cambierà molto presto: se chi ha completato il suo corso di studi quest'anno ne ha approfittato, lo farà probabilmente anche chi arriverà allo stesso traguardo il prossimo giugno. I contenuti presenti al momento sulla piattaforma, saranno quindi sostituiti da quelli prodotti dagli studenti che presenteranno i loro lavori conclusivi nel 2021. Ma non è questa l'unica novità dell'istituto, che si è adeguato velocemente alle necessità della pandemia, grazie a una piattaforma interna sulla quale veniva erogato il 10% dei corsi, e che ora è operativa e pronta ad offrire le lezioni in modalità blended – in parte in presenza, in parte da remoto, anche per facilitare gli studenti già iscritti e che all'inizio della pandemia, sono tornati nelle loro nazioni. Se le nuove iscrizioni internazionali hanno subito un calo generalizzato, c'è un numero maggiore di iscritti dall'Europa e dall'Italia. Tra le principali novità per il futuro, come evidenzia Eleonora Manto, Industry Relations & Career Service Manager dell'istituto, c'è il percorso di studi in Fashion design management – per l'anno scolastico 2021-2022 – che ragionerà non solo in termini di formazione a 360° sul sistema della moda, ma anche sul suo impatto. Di fronte a un universo che, rispetto a qualche anno fa, è radicalmente cambiato – dall'utilizzo dei social nella comunicazione di brand e realtà editoriali, al digital journalism - come sono cambiati i corsi? «Si parla ovviamente molto di più della parte visuale, per comunicare il brand » spiega Manto. «La comunicazione digitale è divenuta fondamentale nel racconto di qualunque realtà, anche se per noi è importante che gli studenti posseggano una formazione culturale e che abbiano gli strumenti legati alla progettazione. D'altra parte, nell'erogazione dei corsi, le modalità che entusiasmano di più gli studenti sono quelle legate ai laboratori pratici e agli incontri con gli esperti del settore, che vengono in aula per raccontare la loro esperienza e rispondere alle domande dei ragazzi. Paradossalmente, complice la pandemia e l'impossibilità della fisicità, sulla nostra piattaforma online abbiamo ospitato nomi di altissimo livello, che non sarebbero mai potuti venire nelle nostre sedi italiane, e che ci hanno raggiunto grazie al web».

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Uno dei laboratori della NABA - Nuova accademia di Belle Arti

Sulla base dell'attività di alcuni ex studenti, che hanno avviato dei corsi di auto-produzione interessanti, la scuola ha però pensato di offrire, su base volontaria, un corso di Entrepreneurship. «Insieme ai professionisti della scuola e a degli incubatori di start-up, ci poniamo come obiettivo quello di far toccare con mano agli studenti cosa possono fare» spiega Manto. «Se si vuole iniziare un percorso da libero professionista, con il proprio brand o facendo consulenza, è importante acquisire tutta una serie di competenze a volte anche molto pratiche. Per questo, alla fine del percorso, chiediamo ai ragazzi di sviluppare un business plan. Gli aspetti legali, economici, del lavoro in proprio, di cosa significa, nel pratico, aprire una partita IVA, possono sembrare accessori, ma sono fondamentali nel mercato del lavoro di oggi».



E a inglobare le nuove necessità e competenze sempre più richieste dal mercato contemporaneo, è anche Domus Academy. «Non abbiamo iniziato nuovi corsi, ma, di questo panorama in continuo cambiamento abbiamo sempre parlato, cercando di inserirne le caratteristiche nei nostri percorsi formativi» spiega Gianfranco Olivotto, program leader dei Master in Fashion Styling and Visual Merchandising & Fashion Design. «I nostri master sono interdisciplinari, e, ad esempio, ai workshop dedicati ai cambiamenti del retail – e quindi, della vendita in negozio – partecipano anche gli studenti il cui percorso è focalizzato sull'interaction design. Da sempre reputiamo la presentazione visiva la forma migliore di comunicazione, quindi utilizziamo software come il Clo3D durante le lezioni online. E la pandemia ci ha fornito spunti per superare le difficoltà: partendo dal grande successo riscosso da Lil Miquela – primo avatar digitale a fare da modella e apparire sulle copertine dei magazine, con un seguito sul suo profilo Instagram di quasi 3 milioni di follower, ndr – abbiamo pensato, per gli studenti di fashion styling, che non potevano più realizzare i servizi fotografici in maniera fisica, di produrli in digitale, con delle modelle in 3D». E se, tra le professionalità indicate dal BOF, c'è quella del data editor – analista dei dati con competenza nel settore moda, capace di prendere decisioni, sulla base dei numeri, rispetto ai contenuti e alle quantità di collezioni da produrre, per evitare sprechi – alla Domus Academy invogliano a "fare i conti" con la realtà dei fatti. «Durante una delle nostre lecture, dove invitiamo i professionisti del settore» continua Olivotto «abbiamo invitato The Fabricant, la prima fashion house totalmente digitale, che realizza collezioni partendo proprio dall'analisi dei dati, e che ha già all'attivo collaborazioni con brand come Tommy Hilfiger e A bathing ape: si tratta di esperimenti di successo, dai quali prendere spunto dal punto di vista del business sostenibile». Con le lezioni che vengono impartite in modalità blended – lezioni principalmente online, revisioni singole o a gruppi fisiche –il plus è che tutti gli studenti di Domus Academy fanno uno stage all'interno del loro corso formativo. La percentuale di placement generale ad un anno dal diploma è del 95% con picchi del 100% per i master in Fashion Management, quelli in Visual Brand Management e Luxury Brand Management.

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MAIRO CINQUETTI
Domus Academy

E addirittura una nuova sede, è tra le principali novità di IED, che ha aperto una nuova area interamente dedicata ai post-graduate (Master e corsi di formazione avanzata) in 3000 mq di spazio a Milano, accanto al Palazzo del Ghiaccio, a ribadire la sua fiducia verso la città della Madonnina. Per sopperire alla mancanza fisica del classico show di fine anno, anche l'istituto ha trovato nuove modalità, spiegate dal Direttore IED Italia, Emanuele Soldini. «In occasione della fashion week di Milano è stata lanciata la prima virtual exhibition di progetti di tesi con IED Avant Dèfilé 2020, app che permette di accedere a una stanza della meraviglie in cui esperire, in maniera inedita e a metà tra una mostra e una sfilata, il processo di lavoro portato avanti per i migliori progetti graduate di IED Moda Milano, e che ha visto protagonisti 18 Fashion, Shoes and Accessories,e Jewlery designer neodiplomati». Un App quasi prodotta in house – a realizzarla è stata infatti un ex studente IED, Giacomo Giannella, poi fondatore dello studio Streamcolors, che sottolinea quanto la scuola punti sul futuro del CGI, con corsi sia triennali che post-diploma completamente dedicati. "Studiare Computer Graphic Animation (diventare quindi creatori e animatori di mondi 3d, in Realtà virtuale e in Realtà Aumentata)o Media Design (programmatori e designer delle esperienze interattive) permette di incontrare numerosissime possibilità di impiego e applicazione nella moda, sempre più richieste» spiega Soldini.

«Oltre alla digitalizzazione e virtualizzazione degli eventi e delle sfilate, pensiamo all’impiego della modellazione di prodotto in 3d, al lavoro di prototipia virtuale e all’utilizzo di motori di rendering nel fashion design: processi che consentono di ridurre la filiera produttiva per gli shooting e per le sfilate, moltiplicano le possibilità di presentazione di capi e creazioni per i designer e di esperienza per l’utente. Questo è valido sia che si parli di professionisti come i buyer, che possono (al di là dell’esperienza fisica delle fiere ad esempio) vivere una sorta di surrogato digitale nella scelta e nella valutazione dei capi, sia di consumatori finali, che attraverso varie app possono scegliere e creare look senza che sia necessario “scattarli” con dei modelli e dei capi fisici e moltiplicando al massimo le possibilità di combinazione». Se i corsi più richiesti rimangono quelli in Fashion Stylist, fashion design, e fashion marketing, le iscrizioni internazionali hanno subito una contrazione attesa, anche se assorbita dalla crescita del mercato nazionale, anche se, in ogni caso, essendo la campagna di iscrizioni non ancora terminata, lo scenario generale resta ancora in via di definizione. Il dato positivo è in un numero: l'80% degli studenti che, dopo soli 6 mesi dalla conclusione del percorso formativo, ha già trovato lavoro.

Infine, il tirocinio curriculare è garantito ai Master di I livello dall'Accademia Costume & Moda, l'istituzione romana inserita proprio dal BOF nel Report sulle migliori scuole di moda al mondo nel 2019 ( in materia di influenza globale, dell'esperienza di insegnamento, e nel valore a lungo termine). Con una nuova sede aperta anche a Milano da quest'anno, le lezioni sono erogate in modalità blended, e tra i nuovi corsi figurano i Master in Fashion Sustainability & Industry Innovation, a Milano e quello in Master in Fabrics Innovation Design nella storica sede di Roma. Nella sede di Milano, inoltre, sono presenti i Master in Creative Direction for the Performing Arts – che quindi forma i futuri professionisti esperti nella creazione e nella gestione dell’identità visiva di musicisti, attori, ballerini e performer, così come dei brand – e Fashion Communication & Art Direction, a simboleggiare un rapporto d'elezione con il mondo dell'arte contemporanea. Non viene però dimenticata la vocazione cinematografica di Roma, con il Master L’Arte e il Mestiere del Costumista che prevede collaborazioni con sartorie teatrali, calzaturifici, laboratori di trucco e parrucco e modisterie romane. Anche il nuovo corso triennale in Fashion Design Management, appena partito nella sede di Milano nasce dall’esigenza di mettere in relazione le competenze economico/manageriali con le conoscenze e progettuali del settore moda, per formare nuove figure professionali flessibili e in grado di adattarsi ai continui e repentini mutamenti e sfide che il mercato riserva. La percentuale di job placement degli ultimi anni, sempre superiore all'85%, conferma il percorso di successo intrapreso dall'istituzione fondata da Rosana Pistolese nel 1964, e oggi guidata dalla presidente Fiamma Lanzara. Le scuole di moda italiane, quindi, continuano a essere pronte ad affrontare le sfide di oggi, e, potenzialmente, a formare la futura classe dei creativi di domani.