Quant'è l'area occupata dal corpo di una ragazza anoressica in una stanza? Sempre troppo poco, verrebbe da dire. Ma a lei sembrerà di aver creato un assembramento da sola. Non è facile conoscere esattamente le proprie coordinate spazio-temporali quando si soffre di disturbi alimentari, mentre invece esserne consapevoli può costituire un aiuto. E la moda - anzi, l'alta sartoria, può servire da alleata preziosa.

Il moulage è l’esatto opposto del cartamodello. Laddove quest’ultimo è frutto di un progetto che nasce su due dimensioni che poi, ritagliato nella stoffa, diventa una casa dei corpi, il primo - che letteralmente significa “calco” in francese – drappeggia il tessuto accompagnandolo direttamente sull’anatomia umana e quindi “scolpisce” morbidamente l’abito che diventa la casa per quel corpo, perché originato su tre dimensioni: quelle dello spazio, appunto, che occupiamo nel mondo. Come dire: la differenza tra l’andare a vivere nell'appartamento di un condominio o in una villetta pensata appositamente per le esigenze di chi ci vivrà. Molto più di un semplice drappeggio e molto meno di una struttura fissa da sviluppare in taglie, il moulage è stato - guarda caso - inventato da uno dei più grandi (e misconosciuti) geni al femminile della moda occidentale, Madeleine Vionnet.

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Courtesy Luca Giannola
Lo stilista Luca Giannola mentre insegna a una sua studentessa la tecbica del moulage su un manichino.

Oggi sono pochi gli stilisti che lo sanno fare e pochissimi quelli che sanno insegnarlo: tra questi c’è Luca Giannola, napoletano di stanza a Bologna, che racchiude nelle sue mani sia la sapienza sartoriale degli atelier d’antan, sia la contemporaneità di un vestire che si propone di essere inclusivo come vocazione primaria. «Se la sartoria tradizionale è il trionfo della razionalità – numeri, formule, misurazioni – il moulage appartiene a una categoria sentimentale perché abbraccia, coccola, circonda senza bisogno di strumentazioni ma solo di ago, filo e forbici», afferma il designer. Da vari anni, Giannola collabora con una scuola professionale, l’Istituto Rubbiani, dove da 16 anni insegna storia e progettazione della moda. Quando gli sono state affidate le classi di studentesse più giovani, venendo a contatto con le ragazze in un’età spesso complicata, gli è tornato in mente che proprio quella tecnica di modellare il tessuto potesse anche avere un risvolto terapeutico: «Così ho pensato di coinvolgerle sperimentando su di loro prima le diverse conformazioni delle silhouette di una donna vera e poi entrando in contatto con la loro fisicità individuale. Ne sono nati abiti ideati a quattro mani che in realtà sono soprattutto veicoli di messaggi per rendere ognuna di loro consapevole della sua “spazialità”.

i disegni di una delle aspiranti designer che si basano su conformazioni fisiche di donne vere e sovvertono il classico schizzo affusolatopinterest
Courtesy Luca Giannola
I disegni di una delle aspiranti designer che si basano su conformazioni fisiche di donne "vere" e sovvertono il classico schizzo affusolato, gotico, irreale.

Un elemento molto importante per chi soffre di disturbi alimentari, a cui spesso viene a mancare il concetto naturale di “propriocezione” che spesso sfocia in dismorfofobia, come il vedersi enormi nello specchio e, in realtà, essere sottopeso. «Abbiamo iniziato a disegnare corpi di varie etnie, figure femminili differenti, fino ad arrivare a degli “autoritratti” su cui si dovevano disegnare dei capi da realizzare poi dal vivo con il moulage». Nei suoi workshop Luca, con la collaborazione di professori e psicologi, e conscio dell'importante ruolo che l'istituzione scolastica ha nel formare e forgiare i giovani, ha insegnato loro ad aver attenzione e sensibilità verso il loro corpo e quello delle persone che indosseranno gli abiti che creeranno. Promuovono così una cultura dell'aver cura e rispetto della fisicità, nella poliedricità, diversità e naturalità delle loro forme. È stato quindi invitato a testimoniare il suo lavoro come alleato terapeutico dai medici e dagli operatori di Ananke, network di aiuto per chi vive il dramma di un tormentato rapporto con il cibo, ma anche per le loro famiglie. Tra le attività di interesse che la struttura offre agli ospiti ci sono gruppi educazionali, riabilitazione motoria, atelier di arteterapia, cineterapia e gruppi motivazionali.

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Courtesy Luca Giannola
Luca Giannola mentre veste una ragazza con la tecnica del moulage prima di uno shooting fotografico realizzato nel suo laboratorio e destinato a "mostrare" le adolescenti a se stesse.

Il lavoro di Giannola è stato così apprezzato da essere stato intervistato su riviste mediche e scientifiche, proprio come metodo per evitare la dispercezione del sé. «L’aspetto psicologico e sociale del moulage, è stato visto così positivamente da trasferirmi, per piccole dimostrazioni, anche in alcune case-famiglia dove sono ospitate ragazze che soffrono di bulimia e anoressia. Sono stati incontri brevi, improntati più al gioco con i tessuti e a drappeggiarli liberamente su di sé, che non vere e proprie lezioni. Però confrontarmi anche per poco tempo con loro, e cercare di renderle più sicure rispetto alla propria fisicità mi ha riempito di gioia. Non è colpa solo dei social e del bombardamento di immagini a cui le giovanissime sono sottoposte: per esempio, però, noi designer siamo stati abituati a disegnare su figurini allungatissimi e filiformi, forse eleganti da vedere ma sicuramente del tutto sbagliati nelle proporzioni che sono irreali, inesistenti, pensate per corpi impossibili». Alla fine dei suoi corsi, lo stilista ha invitato chi volesse, tra le sue studentesse, fare un vero e proprio shooting di moda, con tanto di trucco e parrucco, da tenere solo per ricordo. Siccome sono minorenni, non vedrete i loro volti. Ma i loro corpi. Rigogliosi, naturali, autentici. Dunque, bellissimi.

un altro abito realizzato con la tecnica del moulage su un manichino, su cui il tessuto è drappeggiato e fermato da spillipinterest
Courtesy Luca Giannola
Un altro abito realizzato con la tecnica del moulage su un manichino, su cui il tessuto è drappeggiato e "fermato" da spilli.