“La metamorfosi è donna perché sorprende, perché evolve senza compromessi, perché dà la vita”. Le parole di Jean-Christophe Babin, presidente e ceo di Bulgari, sono la premessa-promessa di Metamorphosis, la mostra curata dalla maison romana in esposizione alla Galleria d’Arte Moderna di Milano. Fra le iniziative più memorabili di questa edizione della Design Week (dal 4 al 10 settembre 2021) la mostra di Bulgari indaga con spirito pionieristico, dal cortile bucolico alle stanze pittoresche del GAM, le metamorfosi nelle diverse accezioni simboliche, creative e artistiche, le stesse che ispirano il design di maison sin dalla sua fondazione nel 1800.

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SIMONE FIORINI
Azuma Makoto – “Golden Eden” al Bvlgari Hotel Milano  
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Vincent Van Duysen "Shelter"

Con la direzione artistica di Alba Cappellieri, ordinario al Politecnico di Milano, Bulgari racconta il simbolo del serpente, emblema di metamorfosi e di rigenerazione in tutte le culture, icona della maestria orafa della maison romana dagli anni Quaranta a oggi, e presenta le opere di 4 artisti internazionali che hanno interpretato il tema attraverso installazioni site specific, tutte composte da materiali naturali, tutte create e assemblate per avere vita propria e essere riutilizzate nel corso degli anni, per contribuire all’economia circolare. The garden of Eden di Azuma Makoto, Lotus Oculus di Daan Roosegaarde, Shelter di Vincent Van Duysen e, infine, l’installazione di Ann Veronica Janssens (in video) che sfruttando “semplicemente” la luce naturale ha immaginato una composizione di opere caratterizzate da un’estetica minimalista, in contrasto con il massimalismo dell'architettura e i sontuosi ornamenti delle stanze del palazzo meneghino. “La luce è tutto, tutto è luce”, racconta l’artista anglo-belga che dalla fine degli anni ’80 ha sviluppato la sua pratica artistica basandosi su luce, colore e fenomeni ottici naturali, con il desiderio-provocazione di esercitare la nostra percezione della realtà. “Provo a dare concretezza, matericità, alla luce e ai colori”.

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Daan Roosegaarde "Lotus Oculus"

La sua proposta per la mostra di Bulgari a Milano si basa sull'effetto ottico della riflessione per produrre impressioni in costante cambiamento. “Il mio materiale principale è la luce. Lo uso in tutte le forme, liquido, solido, gassoso, come riflesso. È come una specie di prova, di una radiazione che si verifica. Una radiazione che mi permette di mostrare le manifestazioni della realtà in modo diverso. Penso che a volte devi cancellare la realtà, cancellare ciò che è visibile per vedere qualcos'altro, per rendere di fatto visibile l'invisibile. È il tempo dell'ozio che ci permette di osservare e scoprire altri fenomeni per decifrare quell'altra realtà”.

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