Non una collezione, quanto un microcosmo temporale, nel quale immergersi, giorno e notte, sentendosi trasportati nella dimora di qualche dandy del 1700, dove il salotto è sempre aperto per l'arrivo degli ospiti, e l'angolo bar sempre perfettamente rifornito: un'idea, quella di Pierre-Louis Mascia, che ha trovato un alleato speciale in un'altra istituzione. Si parla qui del Palais Galliera, l'ente museale parigino che conserva, secondo le stime, quasi 200 mila pezzi, divisi tra disegni, vestiti, accessori e fotografie, testimoni dal valore inestimabile, dell'evoluzione dello stile e del costume dal XVIII secolo ad oggi. Un archivio che, il designer appassionato di stampe, nato come illustratore per Elle e Vogue US, ha immaginato di utilizzare come canvas al quale ispirarsi, nella creazione di un guardaroba loungewear, talmente barocco, da esser facilmente indossato anche fuori dalle quattro mura di casa. E barocco non è aggettivo usato a caso, considerato che l'area esplorata da Mascia per la creazione della capsule, è quella dedicata al XVIII secolo, la meno "celebrata", in quanto ricca di costumi assai teatrali, molto lontani da ciò che il nostro gusto odierno considera pertinente all'epoca moderna, e che però, invece, è ricco di motivi e lemmi traducibili anche in un guardaroba eclettico, eppure quotidiano. Un assunto al quale sono arrivati, nello stesso momento, Pierre Louis-Mascia e Pascale Gorguet-Bollesteros, la curatrice responsabile del dipartimento "XVIII secolo", che hanno così deciso di unire le forze. Il Palais Galliera ha quindi fornito al creativo, otto oggetti storici che ne solleticavano la fantasia, per via, ovviamente, dell'eclettismo delle stampe, e che Mascia ha "ricomposto", combinandoli ad altre stampe, simboliche del suo universo estetico. La stampa floreale della vestaglia da casa da gentiluomo si incrocia quindi con motivi sartoriali, sublimandosi in un kimono reversibile in seta trapuntata; nello stesso modo, le balze di una camicia di cotone stampata con una lastra di rame incisa – e che arriva dal 1780 – sono state ingigantite per farsi canvas di una maxi-camicia con colletto alla coreana. Un lavoro che ha richiesto non solo un processo certosino di decodificazione e archiviazione (ogni pezzo è stato fotografato in ogni dettaglio, ad alta risoluzione, per conservarne le peculiarità originali, dagli jabot ai bottoni passando per le cuciture e l'etichetta) ma anche l'ausilio di una tecnologia figlia della modernità: ad aiutare Mascia a decomporre e ricomporre, in una sorta di kintsugi creativo, è stata l'azienda comasca Achille Pinto, oggi guidata da Paolo e Matteo Uliassi, maître à penser di stampe e tessili. Nata nel 1933, inizialmente specializzata in tessuti stampati e jacquard per cravatte, l'azienda italiana è oggi capace di maneggiare con sapienza le consistenze materiche naturali, ma anche quelle sintetiche, ed espanderle su un guardaroba intero. Di conseguenza, la collezione si compone di pigiami, vestaglie, e pantofole veneziane, bluse con elastico in vita e raffinati motivi orientali, camicie leziose in seta arricchite da delicati motivi faunistici, che si esprimono in un arcobaleno cromatico che va dal rosa pallido al verde ceylon.

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Una camicia in seta stampata della collezione Pierre-Louis Mascia per Palais Galliera

E ad ogni pezzo del guardaroba, si abbina una sciarpa stampata su due lati, tecnica affinata proprio dalla Achille Pinto, per ridare il senso di una collezione che sublima su tessuto l'incontro tra passato e presente, tecnologia e competenza sartoriale. Disponibile dal 12 ottobre in esclusiva sul sito di Cabana, bibbia editoriale per gli appassionati di interior e lifestyle, a descriverla meglio di tutti è forse lo stesso Mascia. "Queste stampe ci parlano di noi, della nostra identità e voglio far parte di questo ricordo" spiega. "Si tratta di una collezione senza tempo, interamente realizzata in seta, che può essere mescolata con il prêt à porter, ma soprattutto si tratta di un incontro con le persone che desideravano, commissionavano e indossavano quegli abiti. La loro visione è rimasta intatta nel corso dei secoli. Ho semplicemente fatto alcune aggiunte e mescolato periodi diversi, liberandomi da vincoli o tabù. La mia unica regola è quella della creazione".

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