Questa volta Giorgio Armani, sorridente ed emozionato, alla fine della sfilata non è uscito in passerella da solo, ma insieme con le modelle e i modelli che danzavano e battevano il tempo sulle note di Follow the sun. Ed è stato lui stesso, dopo, a spiegare il perché: "È un’uscita che di solito altri stilisti fanno, io mai prima. Però qui questa luce, questo brillare, i volti eleganti. Mi è sembrato opportuno sottolinearlo".

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Giorgio Armani
In occasione della sesta edizione della One night only (Ono), Giorgio Armani è tornato a Dubai dopo dieci anni dall'inaugurazione dell'hotel che porta il suo nome.

Qui è Dubai, l’occasione è stata la sesta edizione della One night only (Ono), l’evento con il quale per la prima volta Armani è tornato negli Emirati a dieci anni dall’inaugurazione dell‘albergo che porta il suo nome nel Burj Khalifa, l’edifico più alto del mondo, un ago puntato contro il cielo con i suoi 829,8 metri. "È un’emozione un po’ diversa da quella che ho provato allora", dice ancora. "Quando vidi l’hotel in costruzione in mezzo al deserto, quella fu davvero una cosa speciale. Oggi le torri sono molte".

Le altre Ono si erano tenute a Londra nel 2006, a Tokyo nel 2007, a Pechino nel 2012 ("Me la ricordo", rammenta lo stilista, "a un certo punto doveva scendere un cubo enorme e invece restò bloccato a metà. E io ci rimasi secco"), a Roma e New York nel 2013, a Parigi nel 2014. Questa però è stata diversa da tutte le altre. In primo luogo, perché è arrivata dopo la pandemia, e dopo che lo stesso Giorgio Armani si era augurato che la moda potesse tornare a essere più vera, "a essere pensata per vestire le persone nella vita di ogni giorno, non solo come esercizio di comunicazione". Inoltre, per il suo essere certificata da un ente esterno come sostenibile: solo materiali riciclabili, illuminazione a led, auto elettriche o ibride e la compensazione per le emissioni di anidride carbonica. "Tutti siamo alla ricerca della sostenibilità, con l’idea di salvare la terra", commenta.

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Giorgio Armani
Una modella con indosso la collezione Giorgio Armani presentata a Dubai.

Ma allora perché portare 450 ospiti da tutto il mondo in mezzo al deserto per una notte super esclusiva con Sharon Stone, Clive Owen, il centometrista olimpico Marcell Jacobs e un concerto unplugged di Chris Martin dei Coldplay? Il paradosso si scioglie davanti alle dichiarazioni dello stesso Giorgio Armani ai media locali: "Per molti versi Dubai è l'opposto di ciò che normalmente viene associato a me, una sorta di immagine inversa delle cose a cui tengo: è ostentata, frenetica", ha spiegato lo stilista. "Ma c'è anche un aspetto che è molto Armani e somiglia al mio carattere, una qualità che ci accomuna: è senza dubbio un luogo proiettato verso il futuro, in rapido movimento, dove l'immaginazione non conosce limiti. Niente e nessun luogo può essere paragonato alla meraviglia di Dubai, concepita e cresciuta con il solo scopo di stupire il mondo". E ancora: "Quando una città attira davvero attenzione, investimenti e affari, diventa una calamita per persone interessanti". Dietro le contraddizioni che contraddistinguono le monarchie assolute del Golfo Persico, non è possibile ignorare l’energia di questa città di 3,5 milioni di persone, testimoniata anche dalla recente apertura dell’Expo, originariamente prevista per il 2020 e poi ritardata a causa del Covid. Un aspetto che sottolinea anche Armani: "L'Expo è sempre stato un momento di stimolo per l'inventiva umana: l'ho visto di persona a Milano".

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Johnny Dalla Libera
L’allestimento nel deserto di Dubai in occasione della serata ospitata da Giorgio Armani.

Ono 2021 è stata un evento al centro di numerose ricorrenze per l’azienda: i 40 anni di Emporio; i 26 dal lancio di La Prima, la borsa simbolo della casa, alla reinterpretazione della quale è stato dedicato un pop-up store che resterà aperto fino al prossimo 5 novembre nel Dubai Mall; i 20 di assenza delle sfilate dal teatro di via Borgonuovo 21 a Milano, dove si è ritornati lo scorso settembre per la collezione Primavera Estate 22; infine, il decimo anniversario dell’apertura dell’hotel nel Golfo. Qui nel deserto, "che sempre ritorna nei miei sogni", Armani ha portato proprio quella collezione, quella delle modelle sorridenti, della spensieratezza di una domenica in spiaggia Anni 70 sulle note di Giuni Russo e Lucio Battisti, di quel fondale marino stavolta rimpiazzato da palme brillanti in metallo, della leggerezza e dell’essenzialità di linee maschili senza tempo e di tessuti che esaltano la femminilità e non le chiedono di essere impossibile, nemmeno nel tulle della selezione di look Armani Privé. È l’idea stessa dell’italianità nel mondo, la medesima che si ritrova anche nel padiglione italiano dell’Expo, all’insegna del motto: "La bellezza connette le persone".

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Giorgio Armani
Giorgio Armani a fine sfilata con tutti i modelli e le modelle.


Qui si viene salutati da una riproduzione del David di Michelangelo in grandezza naturale, stampata in 3D e "ricoperta da artigiani fiorentini di polvere di marmo di Carrara", come ha precisato il commissario italiano per Expo 2020 Paolo Glisenti. La forma dell’edificio ricorda uno scafo in navigazione, privo di pareti, sostituite da gomene ottenute da quattro milioni di bottiglie recuperate dai mari e riciclate. "Il significato è di un paese in perenne navigazione", racconta Glisenti, "verso nuove terre, verso il futuro, verso la conoscenza, verso popoli come questi che speriamo ci vogliano conoscere e visitare. Una vetrina dell’innovazione e della qualità di 60 nostre imprese, dalle più grandi come Fincantieri, ai piccoli artigiani che hanno realizzato i mosaici, fino alla sostenibilità dei pavimenti realizzati con bucce d’arancia e fondi di caffè".

Alla fine, è questa la ragione di fondo anche di Ono 2021, rafforzare lo stile Armani nel mondo, e l’attenzione verso una cultura che è presente anche nell’ultima collezione: "Parto sempre dicendo “Quest’anno esotismi non se ne fanno”", conclude Armani. "Ma poi le geometrie, il modo poetico di vestirsi di questi popoli sono irrinunciabili". Meticciare, ibridare, coltivare e ricombinare le diversità, arricchendo il costume, mescolando le abitudini, innovando i comportamenti e cambiando la società. Un messaggio che la moda ha sempre saputo veicolare in modo in apparenza leggero, ma con effetti profondi, anticipando e guidando nel tempo le grandi trasformazioni.

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