La sfilata Saint Laurent Inverno 2021 "Where the silver wind blows"
Rendez-vous ravvicinato, innamoramento in 16:9, l'ultima collezione di Anthony Vaccarello per Saint Laurent in #6 best look.
L’electroclash si schianta su un’orchestra, Peaches fa sesso con Belle de Jour, le coordinate spazio temporali si annullano, emerge dalle viscere della terra una lingua di steppa dove sono sempre gli Anni Sessanta, dove sono sempre gli Anni Novanta. La colonna sonora da kolossal, la scenografia da lungometraggio distopico, le postile dichiaratamente volute, implicitamente velate, ai costumi delle icone pop punk di fine secolo scorso, la scrittura di una sceneggiatura che gioca a smontare e riassemblare i codici couture della borghesia. La sfilata di Saint Laurent Inverno 2021 by Anthony Vaccarello è un film dal titolo Where the silver wind blows, un’opera magna, la cerimonia in 16:9 in cui si celebra quella impossibile qualità che è il saper stare in equilibrio. “Un’attitudine sofisticata”, per usare le parole di Anthony Vaccarello, che riflette su come “imbattersi nelle vere difficoltà della vita” ti costringa, nel bene e nel male, “a prendere la vita con leggerezza”. Una metafora degli ultimi 365 giorni e del destino che ha accomunato tutto il mondo, senza esclusioni, resa attraverso una metamorfosi della Terra, che prende ora le sembianze di un paesaggio dove tutto sembra perduto. O forse no. Le folate di vento si abbattono su body e mini skirt, metallo liquido sulla pelle nuda, il cielo è plumbeo, post apocalittico, si riflette sulla nappa affabile di cuissardes formato XXL. L’inquadratura cambia in un vortice, e ci ritroviamo cadere dentro una cascata che ruba le sfumature ai verdi e azzurri di giacche classiche in tweed, maglie e coat dalle proporzioni vicine al concetto di perfezione assoluta. Ancora un altro take, un altro frame, siamo circondati da iceberg, gli shorts prendono i colori del ghiaccio, dell’argento, le sfumature diventano cangianti, il sole fa capolino e ci permette di lasciar cadere i cappotti sulle spalle, per indossarli come mantelli. Le giacche appuntate appena, permettendo alla sola brezza di sfiorare il nostro corpo. La terra è brulla, è un Marte in cui non siamo ancora atterrati, lo calpestiamo per la prima volta con pump in vernice dalle punte silver, lasciando segni coraggiosi sulla sabbia. I ghiacciai sono ora cristalli che giacciono sul bagnasciuga, da sfiorare in collant e one-piece dai maxi bow impalpabili. Il rosso rubino di un body ci ipnotizza mentre cadiamo da una scogliera, ad accoglierci c’è sempre lei, la natura, l’unico elemento cui tornare per rivivere il passato, per ricostruire il presente.