Dire che Jacqueline Kennedy è stata un’icona di stile è peccare di banalità. La moglie del presidente americano assassinato nel 1963 è ancora fonte di ispirazione per le consorti dei politici di mezzo mondo, persino di Melania Trump (invano?) che per il giuramento del marito le ha copiato un abito color carta da zucchero. Ma è un modello anche per molte altre donne, meno vicine al jet set. L’eleganza di Jackie Kennedy dipendeva da un mix di elementi, tra cui la semplicità, il gusto innato, e un fisico leggero che le permetteva di indossare bene un po’ di tutto. Ma dietro le sue scelte c’era anche certa una coerenza storica e la volontà, anche politica, di comunicare un messaggio a chi aveva intorno.

Lo stile di Jackie Kennedy: i segreti dei suoi look più famosipinterest
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Jacqueline era nata in un’ottima famiglia americana discendente da Michel Bouvier, membro di una stirpe di mercanti franco-olandesi. Nell’alta società americana la Francia è il simbolo della raffinatezza e della classe. La futura first lady aveva la fortuna di custodire quell’heritage nel sangue (parlava perfettamente la lingua, così come l’italiano) e lo enfatizzava attraverso la passione per i tailleur Chanel e i foulard Hermès. Secondo Emily Selter di Harpeer’s Bazar, era francese anche il suo profumo preferito, Joy di Jean Patou, creato nel 1929 con uno spericolato investimento aziendale. Per ottenere un’oncia di Joy occorrevano infatti 10mila fiori di gelsomino e 28 dozzine di rose, per cui era la fragranza più costosa del mondo. Lei poteva permettersela.

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Al suo ingresso alla Casa Bianca, nel 1960, Jacqueline porta con sé un po’ di esterofilia. Fino a quando le fanno notare che la popolazione americana amerà pure la Francia, ma non tanto da vedere la propria first lady snobbare la moda nazionale per quelle europea. Gli Usa non offrivano ancora una scelta così invidiabile di stilisti da poter soddisfare madame Kennedy. La quale troverà un (ottimo) compromesso nell’alleanza con l’ex costumista cinematografico Oleg Cassini. Di origine parigina, ma cittadino americano, per cui gradito all’opinione pubblica. Cassini disegnerà per lei circa 300 abiti, soprattutto quelli da cocktail passati alla storia. Jackie rimarrà fedele solo al profumo Joy, unica concessione alla Francia, di cui la gente non si può accorgere dai giornali e dalla tv.

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La first lady terrà duro per tutta la breve presidenza. Sull’onda del patriottismo commerciale, comincerà a indossare gioielli di Tiffany & co., in particolare quelli smaltati, disegnati da Jean Schlumberger, e farà uso dei cosmetici Elizabeth Arden, in particolare dei rossetti nella tonalità pale pink e nude. Anche il tailleur di lana bouclé rosa che indossava a Dallas, il giorno dell’attentato, creduto per molto tempo uno Chanel originale era invece un’imitazione disegnata dalla sartoria newyorchese Chez Ninon.

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Dopo l’assassino del presidente, tutto cambia. Jacqueline vende la casa in Virginia dove progettava di ritirarsi con John e si trasferisce a New York, sulla Fifth Avenue. Ma dopo che anche Bob viene assassinato, si spaventa molto e lascia gli Usa. In Europa, ormai libera dagli obblighi istituzionali, si concede nuovamente tutte le griffe che le pare. Non si separa mai dall’orologio da polso modello Tank di Cartier appena regalatole dal cognato Stanislas Radziwill (marito di sua sorella Caroline). Si immerge nel mondo Gucci: soprattutto le borse a mezza luna. Le socialite americane non la colpevolizzano, anzi, la imitano. I mocassini piatti dello stilista fiorentino vanno a ruba nella boutique di Manhattan.

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Jackie stringe a Capri un’amicizia molto forte con Valentino Garavani, che diventa il suo punto di riferimento per il look delle grandi occasioni. Dimostra così che il lutto è finito ed è pronta per sposarsi di nuovo. Lo farà con Aristotele Onassis, che frequentava anche quando era la moglie di John. Valentino, naturalmente, le disegnerà l’abito per il matrimonio. Dopo le nozze, il governo americano le revoca il programma di protezione, ma il suo nuovo consorte (che per lei ha lasciato Maria Callas) è abbastanza ricco da pagarle le guardie del corpo. E tutto lo shopping che vuole. Protesterà molto, perché la signora passa praticamente la giornata a fare acquisti costosi. Ma coperta di griffe dalla testa ai piedi, indossate come nessuna mai è più riuscita, diventerà il più prezioso dei suoi status symbol.

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