Obiettivamente è impossibile passare oltre, by-passare una scelta del genere. Anche solo fingere che Katie Holmes non voglia dirci qualcosa. Possiamo parlare a lungo delle lunghe gambe di Nicole Kidman. Possiamo tagliare corto sul taglio corto di Katie Holmes. Ma non possiamo fingere che la primavera di Katie Holmes non sia una delle prove meglio riuscite su come allontanare il passato e andare ben oltre. Katie Holmes e Tom Cruise sono un capitolo che dà ancora luci e ombre sulla/alla carriera di Katie Holmes. Lo sa bene Jamie Foxx che per clausole del divorzio Cruise/Holmes non ha potuto farsi fotografare insieme alla fidanzata (ora però che Jamie Foxx compie 50 anni lo festeggia SOLO con lei). Lo sa bene Suri Cruise che ha smesso di fare i capricci e, di colpo, è tornata sulle pagine di gossip quale bambina normale e non infanta di Hollywood (e nel farlo mostra le stesse smorfie di mamma Katie). L’ultimo look di Katie Holmes al lunch 100 Hearst al Michael's Restaurant è una di quelle uscite pubbliche che fa dell’understatement un manifesto. A differenza dell’amica/collega/anti-protagonista Michelle Williams Katie Holmes non ha bisogno di red carpet per centrare l’obiettivo. Le basta il gelo di Manhattan per scardinare molti cliché.

Il cappotto di Katie Holmespinterest
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Il taglio di capelli di Katie Holmes è corto per copione, ma fuori dal set è ingellato, genderless, con riga laterale, uno di quei tagli corti dell’inverno 2018 che ha fatto parlare di ritorno al business hairstyle. Un taglio da sciùra, insomma, che invecchia Joey Potter. E meno male. Ma Katie Holmes sa che un buon taglio non basta. Ci vuole struttura per affrontare la crociata dello stile e presenziare a un lunch di donne parecchio business (tra loro ovvio, essendo a Manhattan, c’era anche Sarah Jessica Parker). E allora eccolo lìil cappotto di Katie Holmes: beige, appoggiato sulle spalle, lungo qb per essere discreto. E poi addirittura osa qualcosa che i capricci di Tom Cruise avrebbero impedito: osa il bustino di pelle su jeans neri. Uh, Katie Holmes gioca pesante o non gioca affatto. Katie Holmes è diventa la signora newyorkese che era lecito diventasse? Probabile.

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Con la sua classe borghesissima (figlia di Martin Joseph Holmes Sr uno degli avvocati più influenti del Paese e uomo chiave nel divorzio da Tom nel quale era ovviamente implicata anche Scientology) la Holmes passeggia per Mid Town con un sorriso che ben si sposa con la sua celebre smorfia. C’è qualcosa di trionfale in lei. Di discretamente trionfale. L’aplomb di chi è a suo agio con il nuovo look da donna cresciuta (due anni ai 40, splendidi, anni), un film in arrivo nel 2018, Ocean’s Eight della premiata ditta George Clooney & Steven Soderbergh (insieme a Dakota Fanning, la nipotina acquisita di Tom Cruise alla quale regala un paio di scarpe ogni compleanno). Le scarpe di Katie Holmes, infine, sono le décolletées nere della vita: quelle che cerchi, acquisti e dimentichi di indossare fino al giorno in cui non avrai alcuna remora a sentirti più alta, più signora, più snob. Senza che nessuno copione te lo chieda. O nessun marito ti chieda di non indossarle, per ovvio motivi.