Riusciamo quasi a sentire il suono via via più forte dell'elicottero in fase di atterraggio. Riusciamo quasi a sentire i passi pesanti e coordinati di stringate lucidissime ai piedi di guardie del corpo istruite dal Sergente Maggiore Hartman. Riusciamo quasi a sentire stucchevoli note di testa cuore e coda che si sprigionano all'apertura del portellone del suo jet privato. Sentiamo il suono dei tacchi sottilissimi calpestare terra, scaletta dopo scaletta, vedere svolazzare i capelli né troppo corti né troppo lunghi, né troppo mossi né troppo lisci, di colei che non è mai stata troppo amata. Sul suo profilo Instagram Ivanka Trump pubblica la foto che potrebbe essere il frame di un video musicale dei Duemila (e che potrebbe essere tranquillamente di Jennifer Lopez), una maxi réclame pubblicitaria da affiggere su grattacieli newyorchesi (i suoi, ovvio), un manifesto ufficioso con cui Ivanka Trump in abito sexy si candida alla presidenza di questo pianeta (e oltre).

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Archiviato l'affaire dimenticato per un istante il debole per gli abiti da bambola (Mattel, ovvio) ovvero la fase Ivanka Trump oligarca delle querelle al femminile del paese a stelle e strisce, la prima figlia d'America in cappotto vestaglia over, dolcevita noir da esistenzialista, pantalone a zampa da salottista ci riporta ai fasti da first daughter che Malia e Sasha Obama non hanno mai vissuto, con le sue décolletées affilate (Meghan Markle spostate, pleeease), sua altezza Ivanka Trump ci illustra cosa voglia dire essere figlia di Ivana Trump e figliastra di Melania Trump. Il matrimonio di Ivanka Trump con l'outift (e lo sfondo) più epico della 45esima presidenza americana è lo spaccato della nuova vita opss autobiografia di Ivanka Trump, colei che NO, non vuole più essere chiamata "sostenitrice dei diritti delle donne": Chiamatemi consigliera del presidente USA, grazie.