Parliamone. Parliamo pure degli stivali di Rihanna al Coachella. Le cuissardes di Ugg x Y/Project, gli stivali di pecora e montone in versione tripla XL che ci avevano indotto in tentazione (o fatto battere la mano sul petto) già questo inverno, quando erano stati presentati alla settimana della moda di Parigi. Stivaletti tacco medio negli intenti e fino alla caviglia, valanga di burro color caramello (così li aveva definiti lo stesso creative director di Y/Project Glenn Martens) dal malleolo in su. Dove in su sta per verso l’infinito (inguine) e oltre. Le scarpe di Rihanna in pieno festival (fu) indie californiano sono l’ennesimo scacco a chi la giudica troppo curvy da almeno un anno. Perché, invece di “nascondere” le gambe più tornite rispetto ai tempi di Pon de Repley, la popstar delle Barbados le “accentua” indossando stivali-fascia che fanno le grinze. Letteralmente.

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Le cuissardes corrugate sopra di lei, la legge morale (contro il body shaming) dentro di lei. Pratica come quella kantiana, la critica della ragione di stile di Rihanna è il sunto della moda più avanguardistica (e azzardata) dei prossimi 365 giorni. Mandorla tostata, sciroppo d’acero, pancake abbrustolito, la tavolozza Pantone si trasforma in un bancone di pasticceria per descrivere i colori dell’outfit di Rihanna al Coachella. Come un velo esagerato, annodato, l’abito di Y/Project è un manifesto volutamente trasparente scritto dalla cantantessa in favore del movimento no-bra e di quello body positive. Look disfatto sì, ma raffinato da orecchini e bracciali di diamanti di Harry Kotlar, anelli di Le Vian e un fermaglio per capelli di Gucci. In radica effetto ladylike, in combo con raccolto laccatissimo effetto sciùra di fine Novanta. Risultato? Una russian roulette di stile...