Ormai con lei trattasi di un appuntamento. Sempre a Cannes. Sempre a casa sua, lei che si siede, sfila, osserva sul/dal tappeto rosso di Cannes 2018 con la totale sicurezza di un’attrice sopravvissuta a ogni epoca di Hollywood. Cattiva o non. Jane Fonda forse le ha riassunte nell’opera massima, Jane Fonda in Five Acts, documentario sulla sua vita che, dopo il passaggio al Sundance Film Festival dell'amico Redford, ora arriva a Cannes 2018. Jane Fonda oggi 80 anni e N film in corsa e preview alle quali presenziare sulla Croisette (tra cui Blackkklansman). Jane Fonda oggi eterna ventenne dagli occhi così vividi che fa(nno) impallidire le pose alla Zoolander delle sorelle Hadid. Lei arriva in lungo Valentino Haute Couture, un peplo impalpabile e iper raffinato di quelli che elevano a dee del passato: ecco chiariamolo, Jane Fonda “del passato” non ha nulla.

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Jane Fonda è dea in terra che in meno di due ore di documentario concede a tutti di conoscere i lati più complessi della sua vita. Prendere lezioni di aerobica da Jane Fonda significa ballare tra i paradossi e, anzi, celebrarli indossando la divisa di una dea: abiti lussuosi che fanno (apparentemente) a pugni con le foto di lei in sahariana verde a lanciare invettive sulla guerra in Vietnam, mariti che spariscono e amici che rimangono. Jane Fonda che si lascia guardare dai fotografi di Cannes mentre muove passi dolcissimi coadiuvati dal discreto strascico del suo Valentino: gli altri strascichi sono le schiette prese di coscienza dell’essere stata una madre imperfetta (si parla di Vanessa Vadim, prima dei tre figli di Jane) gli amori belli ma che finiscono per sentirsi ancora liberi. Strascichi raccontati in quella che è una pellicola che la mette volontariamente a nudo. Poche ore dopo calamity Jane ri-appare in tailleur bianco e instancabile postura aerobica all’ennesimo party: accanto Cate Blanchett paladina silenziosa della marcia di pochi giorni prima, sempre a Cannes, sempre in quella Cannes politicizzata. Dove, anche per questo, Jane Fonda si sente a casa.