Due giorni pienissimi. Nicki Minaj a Milano ha dato un’impronta rap power alla fashion week. Un primo bagno di folla l’ha screziata di flash e una seconda apparizione ha silenziato tutti (urla di approvazione a parte). Inchiniamoci di fronte alla ghetto girl che non si fa pestare i piedi da nessuno. Dalla collezione con Diesel in cui indossa gli insulti che ha ricevuto (formato t-shirt) allo sfoggiare il leggings bianco logato Fendi by Karl Lagerfeld, la rapper che cinque anni fa sembrava relegata a cliché di plastica e lato B da Guinness dei primati ora è lì, a dettare i ritmi delle vendite della moda patinata. Il tutto dopo aver passato le ultime settimane a sfogliare i commenti della sua litigata Bronx 84 con Cardi B (altra Queen enorme che sta provando a insidiarne il trono).

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Accolta da un blocco unico di persone da Diesel in San Babila, nel look Nicki Minaj a Milano ha giocato con se stessa. Mostrandosi al suo peggio, secondo gli occhi degli altri. Con una resting b*tchface da manuale, Nicki ha messo da parte il suo flow esagerato che spaventò per potenza persino Kanye West e ha posato da regina caraibica (Nicki Minaj capelli rosa in tinta con i vestiti, Rihanna scansati) per le fotografie accanto a patron Renzo Rosso. Una capsule dove tutti gli insulti ricevuti in carriera da Nicki sono diventati uno statement da indossare. Nicki Minaj ha capito il potere della neutralizzazione. E si è concessa poi una scappata nella front row di Fendi by Karl Lagerfeld indossando la collezione con il logo blu e rosso che sta facendo impazzire i fashionisti di tutto il mondo, Nicki Minaj seno a malapena nascosto dal crop top, unica concessione blank al logo all over. La Nicki Minaj 2018 è più icona della moda che mai, gioca con se stessa e i suoi alter ego, si mostra al massimo del pure fashion fun. E affascina, Barbie di zucchero biondo loggata dalla testa ai piedi. Come ai tempi del suo debutto.