Alexa Chung Regina del Commonwealth della moda non ha bisogno di presentazioni. Alexa Chung gambe chilometriche reali, centimetri abbondanti dalla terra al cielo, sottili da difetto che diventa pregio assoluto. Divina Alexa Chung oggi, ieri, domani e chissà. Immortale dea delle indie girls che hanno stufato tutte, tranne lei che riesce a rinnovare e illuminare di nuova grazia il tempo che passa (e non lascia segni tangibili). È bastato uno scatto a chilometri di distanza, Londra Sydney solo andata, e su Instagram Alexa Chung ha ricordato a tutti i (due) motivi che l’hanno portata a diventare la assoluta numero uno delle it girls più amate di sempre.

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La foto delle gambe di Alexa Chung come un compasso che prende le misure dell’universo (couture): non c’è trucco non c’è inganno, nemmeno l’aiuto del grandangolo che riuscirebbe ad allungare ulteriormente. Alexa Chung capelli sciolti, laidback puro, al suo meglio. Con la ballerina che avvolge il piede lunghissimo, la minigonna in jeans agganciata a inizio coscia, il maglioncino finto infeltrito in nero illuminato di rosa shocking, la bellezza classica che si cristallizza con dolcezza nel pensiero. E la pelle di Alexa Chung e delle sue gambe esposta, nudità non ostentata ma praticità alle stelle, dimostrazione che la comodità di una minigonna di (eterna) tendenza non cessa mai.

Le gambe di Alexa Chung fanno sparire orde di modelle con una semplice accavallata non strategica, semplicemente naturale, quasi automatica. Le gambe di Alexa Chung come memento della sua infinita grazia, della globetrotter di moda per passione e lavoro, che può permettersi di snobbare le fashion week (tranne quella della sua Londra dove ha presentato la sua prima collezione) per dedicarsi ad un giro intorno al mondo pur di presentare le scarpe di Alexa Chung con Superga, collaborazione che la modella e designer ha voluto fortissimo. Scarpe che terminano gambe che misurano il mondo, ma dove finiscono ‘ste gambe, si pensa scorrendo con lo sguardo la foto di Alexa Chung, morbidamente appoggiata alla scrivania, con quell’aria un po’ stanca e luminosa che solo lei riesce ad avere.