Un’incantatrice delle masse mediatiche. Una domatrice delle emozioni in 16:9. Un’acrobata fra le breaking news all’ombra dei riflettori. Il circo della vita di Monica Bellucci oggi si ricongiunge attraverso esercizi di stile couture al circo di Maria Grazia Chiuri, quello in cui la creative director romana di nascita ci fa calare in medias res durante la sfilata Haute Couture Christian Dior Primavera Estate 2019. Il taglio capelli medio mosso (la riga È centrale a Parigi, ça va sans dire), il make up naturale appena accennato (il rossetto È nude sotto la Tour Eiffel), lo stivaletto alto nero (i boots HANNO le nuances del caviale tra gli Champs) e poi lui, il trench di Monica Bellucci ora metafora perfetta di una scultura infrangibile al Musée Rodin.

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Pascal Le Segretain

L’amaranto fatto suède vellutata scivola sul corpo di Monica Bellucci, la cintura mignon sui fianchi carezza le forme di Monica Bellucci q.b., quanto basta per rispettare/celebrare/onorare le fattezze di una (prima)donna che sta al cinema italofrancese come Eva sta all’Eden. Nessun tappeto rosso, Monicá falca le ale del museo parigino muovendosi sapientemente sulla scacchiera del pavimento settecentesco, come la Regina fra le pedine. No, non mangiando Re e Alfieri (stacchiamoci dal binomio Monica Bellucci Malèna, s’il vous plaît), ma andando semplicemente oltre. Oltre l’addio più drammatico (e cinematografico) della sua vita (di set), oltre lo stereotipo di femme fatale sicula imprestata ai frame francesi, oltre il cliché che la vorrebbe rossa d’ira per il nuovo atto in scena nella vita dell’ex marito Vincent Cassel. Monica, il rosso, lo indossa soltanto. E se lo lascia scivolare addosso. Letteralmente.

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