Si alza il largo collo della felpa e vi raccoglie i capelli con la stessa frequenza con la quale guarda il pubblico riunito in una mattina gelida di una Manhattan luminosa. Spinge le mani nelle tasche - comode - di pantaloni - comodi. Victoria Beckham arriva a New York lasciando temporaneamente a casa i suoi più che famosi pantaloni sartoriali con i quali ha aperto un nuovo capitolo pop, rapidamente diventato tutt’altro che pop. Victoria Beckham è un marchio di moda. Victoria Beckham non è più una Posh Spice. Victoria Beckham oggi potrebbe prendersi il titolo di Sporty Spice. La capsule collection Reebok x Victoria Beckham parla chiaro: l'attesa e l’audience sono i visti per superare le cortine della Moda più esigente in termini di vendite, viralità, e-commerce experience. Sei ufficialmente la celeb diventata couturier che al Guardian afferma fiera “alle 4 il primo post IG, alle 5.30 due ore di work out, alle 8 porto i bambini a scuola, alle 9 conquisto il fashion world”. Ti prendi la copertina del quotidiano più intransigente d’Inghilterra, ora prenditi il resto del mondo.

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E in una stanza piena di athleisure portato da Londra con amore Victoria Beckham prova a prenderselo rispondendo a una sequela di domande mentre parka, bra, tute, sneakers, leggings di Victoria Beckham vengono cliccati dall’e-store. “Ero molto eccitata quando mi ha chiamato Reebok, ero nostalgica di quella Reebok così anni 90” racconta microfono alla mano e acqua e limone a fianco con voce brit che più brit non si può “ho davvero sentito ogni capo che ho disegnato, lo porterei in palestra con me, o-g-n-i singolo pezzo. Mi piace il mix tra le linee cosiddette high fashion e la funzionalità dei capi”. In un mondo di daddy sneakers, di felpe-manifesto e di skaters imborghesiti una capsule tra moda & sport deve trovare altre sfide per convincere un pubblico sempre più consapevole di ciò per cui vuole spendere. “Lavorare con Reebok è stato bello perché è nata una challenge reciproca: la Reebok x Victoria Beckham collection è sincera, nasce da un forte messaggio fashion che è molto mio, è una collezione onesta che è poi quello che ho scelto di essere io stessa”. Quando le si chiede però qual è il capo preferito di questa collabo qualche mistero se lo tiene planando sulla collezione che le è venuta meglio di tutte “Il mio pezzo preferito? Non posso scegliere è come se mi chiedessi di scegliere qual è il mio figlio preferito, è impossibile… ma posso dirti che amo questa felpa (la stessa rifugio di un taglio di capelli Victoria Beckham marchio registrato ndr), è già sold-out sfortunatamente…e fortunatamente per me che ce l’ho!” ride stracciando qualunque carta stampata l’avesse voluta dipingere snob all’inverosimile e anti-espressione facciale.

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I figli di Victoria e David Beckham sono un tema che la mamma-imprenditrice-stilista non declina né sui social né durante l’intervista “Sì, i miei figli mi hanno ispirato, amano lo sportswear, il mio terzo figlio (Cruz ndr) ogni mattina mi manda link scrivendomi Mamma! Supreme ha lanciato questa nuova collabo devo devo devo averla! Fortunatamente ha amato anche le mie sneakers Reebok x Victoria Beckham, mi sono detta bene dai....!” racconta con un orgoglio di mamma che è anche quello di chi ha passato il test della giuria più critica. Del resto anche il corpo di Victoria Beckham viene scrutinato quotidianamente dai media per quello che indossa, per come lo indossa e non stupisce che sul testing del prodotto Vic dichiari “il work-out ha un ruolo davvero importante nella mia vita, per questo ho testato io stessa ogni singolo capo”.

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E forse ci sono dei passati che non puoi proprio rinchiudere in una decade impacchettata con nostalgia 90s perché sei sei stata in una delle prima teen-band femministe (anche quando l’idealismo d’antan non approvava zeppe e versetti troppo pop). Motivo per cui, quando Victoria Beckham deve salutarci, ci tiene a chiosare con la dedica più attuale “questa collezione è pensata per le women all around the world” manifesto scandito parola per parola che sembra l’inizio di una canzone che non può (farci) dimenticare (Spice Up your life, anno 1997) “le donne che la indosseranno devono sentirsi bene, al meglio di loro stesse, davvero orgogliose di indossare qualcosa che le rappresenti, di mixarlo con capi fashion o in total look. Anche questo è empowerment”.

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