Lo chignon basso, educato, non gridato. Le ciocche sottili, finissime, libere. La scollatura accennata, sussurrata tra collo e décolleté, tra un velo di satin e un dipinto di paillettes. Esiste solo un ritratto ufficiale di Charlotte Casiraghi in camicia trasparente nera, maschile solo nelle forme, iper femminile in ogni millimetro che abbraccia il corpo della principessa filosofa di Monacó. L’unica foto di Charlotte Casiraghi oggi, a conclusione di un inizio anno tormentatissimo, è quella che la celebra in uno scatto-presentazione della 34esima edizione del Festival di Hyères. La manifestazione francesina dedicata a moda, fotografia e accessori, fondata e presieduta da Jean-Pierre Blanc, che si svolgerà dal 25 al 29 aprile presso la villa Noailles a due passi dalla Costa Azzurra, sarà presieduta anche da sua altezza Charlotte Casiraghi nelle vesti di giudice (al fianco di, tra gli altri, Mathias Augustyniak e Ariane Labed).

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Immortalata tra le mura del Ministero della Cultura blu bianco e rosso, Charlotte Casiraghi in camicia over velata, reggiseno nero a (s)vista, pantalone in pelle skinny color caviale, collanina mignon e trucco nude immortale, ça va sans dire per i look della figlia di Carolina di Monaco, reso pop da un accenno di lipgloss pesca. La neo mamma del casato più paparazzato sopra le Alpi (e sotto il Regno Unito) mostra con la sincerità di chi di cognome fa Casiraghi la potenza di uno sguardo fiero di essere stanco. Che non rima per forza con debolezza, che è più semplicemente il risultato di chi ha ascoltato per troppe volte per troppo tempo il refrain di una possibile separazione con il Dimitri Rassam, il padre del suo secondo figlio, di chi ha trascorso gli ultimi quattro mesi sotto un ascendente che ha il nome (e gli occhi a cuoricino) di Balthazar Rassam, di chi è costretto a ereditare un passato (e un futuro) con le dita di una nazione puntate addosso.