Meghan Markle in cappottino nero caviale è la nemesi imprestata al Regno Unito di Jackie Kennedy. Meghan Markle in look da esistenzialista francese è l’alter ego in declinazione soap opera dei look da blockbuster di Angelina Jolie. Meghan Markle in abito bianco fiordilatte dalla colletto all’orlo sopra il ginocchio (rigorosamente) è il tributo vivente agli outfit monocromo di Lady Diana nei ruggenti Novanta. Ora Meghan Markle in leggings aderenti(ssimi), felpa da tuta low cost (per finta), cappellino da prima fila… degli spalti da baseball a stelle e strisce è il testamento di arrivederci fatto abbinamento athleisure alla città che l’ha cresciuta/cullata/svezzata e, poi, fatto conoscere il motivo della sua fuga britannica. Meghan Markle a New York per il baby shower del primo figlio di Harry d’Inghilterra è la statua della libertà (sua) dei look premaman nati/fatti/e finiti negli Stati Uniti d’America. Lontani dalle corti chiacchierate, dai gossip dei tabloid che hanno inventato il gossip stesso, lontano persino dai suoi affetti più cari, ora che due terzi della famiglia si sono (auto)eliminati dai giochi (di potere) reali. Chi è Meghan Markle oggi figlia di una patria che ha dovuto ripudiare per amore, cosa c’è sotto i leggings di Meghan Markle mentre il cuore è un ossimoro che batte a rilento per il dover salutare la Grande Mela e che batte all’impazzata alla vista delle amiche di una vita (sotto i riflettori).

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