Eva Herzigova oggi, ieri, domani, e l’inizio di una nuova primavera parigina per lei, per noi. Prima però, partiamo da quella t-shirt bianca di Dior che porta un nuovo messaggio dopo aver inondato i feed (e gli e-commerce) con la scritta We should all be feminist. Perché questa volta la t-shirt bianca di Dior della collezione Autunno Inverno 2019/2020 parla chiaro: Sisterhood Global. E mentre Maria Grazia Chiuri prende il tartan e lo porta a Parigi, Eva Herzigova porta gli anni 90 e li riporta vicino alla nostra memoria: anni in cui le top model, lei, Naomi, Claudia, usavano la parola sisterhood per scalare il mondo (anche del gender gap portando il modeling a essere l'unico lavoro più pagato rispetto agli uomini). La top model recentemente tornata a indossare il bra più famoso del mondo torna a Parigi con un volto rilassato, un foulard di seta al collo, una jumpsuit elegante effetto denim e una quota ladylike importante, splendida, naturale. Eva Herzigova a 45 anni è ancora lì, anca inclinata, avambraccio “cigno” e borsa di coccodrillo appoggiata, a narrare con un gesto l’abc dell’impero moda.

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C’è il collant velato su décolletées nere dal tacco killer, c’è l’onda dei capelli che non rincorrono più piastre per raggiungere il boccolo Barbie-style, c’è l’eleganza di un sorriso ironico, malizioso qb che indossa con rossetto e smalto rosso volutamente coordinati. In una sfilata al Musée Rodin di cui si parlerà molto, complici la scenografia di Bianca Pucciarelli Menna aka Tomaso Binga, la soundtrack di Amy Winehouse e quel tartan che sembra un ponte di stoffa con la Londra che ospita la mostra/evento di Dior (al Victoria & Albert Museum fino al 14 luglio) la presenza di una nuova Eva, lady impeccabile, è un dèjà vu sublime. Sisters(hood), tornate.