Avrà accumulato più millemiglia sull’asse New York / Parigi che sull’asse New York / Los Angeles. Perché Justin Theroux oggi single dopo il matrimonio con il mito Jennifer Aniston, è praticamente una presenza fissa degli eventi della maison Louis Vuitton, specie à Paris. Lui vola, arriva, soggiorna e riparte come il miglior top model anni Novanta che non è mai stato. Lo sceneggiatore brillante, ex marito di Jennifer, ex scapolo di una Hollywood che non vuole davvero frequentare (tutta la vita Manhattan, luogo che è stato anche motivo di rottura con Jen) alla sfilata di Louis Vuitton Autunno Inverno 2019/2020 presenzia in total blu, posa con beatles boots scamosciati, jeans da on the road in Arizona e pellicciotto/spolverino che mai vedremmo a L.A. Se al Louvre un anno fa era planato con madame Aniston, questa volta Justin Theroux viaggia solo tra le stanze della Gioconda mutate per l’occasione in una riproduzione fedelissima del Centre Pompidou/Centre Beaubourg.

Louis Vuitton : Front Row - Paris Fashion Week Womenswear Fall/Winter 2019/2020pinterest
Bertrand Rindoff Petroff//Getty Images

Justin Theroux in pelliccia blu e animo rock celato sotto tessuti über chic, riassunto pratico/stilistico di un uomo che sta bene: nel senso semplice e papale della definizione. Viso illuminatissimo e non abbronzatissimo, quantitativo di rockerolla primi anni Zero semi-celato da pullover nero e cintura della maison: a 47 anni Justin Theroux è all’apice della nuova carriera in cui i front row delle sfilate soppianteranno i red carpet? Quella mano (destra sia chiaro) ospita uno dei suoi anelli amuleti per chiarire, nel caso ci fossero dubbi, che è tempo di colmare il vuoto delle (fu) fede. Poi: se Jennifer Aniston a 50 anni è semplicemente la donna che tutti vorremmo avere come amica/consigliera/collega etc, Justin Theroux a 47 anni ci regala la barba sale, pepe e peperoncino, rughe d’espressione quali occhiali di un jet-set (il suo) e camminata da neo-folk. Il parterre della moda osserva Justin Theroux mentre sfila in pellicciotto e ciuffo da eterno neo sceneggiatore di Tropic Thunder (correva l’anno 2008). Terribilmente più a suo agio a Parigi che a Los Angeles.