Chiamiamolo il fascino eterno delle pieghe. Sempre sul proscenio della moda, della manifattura e dell’innovazione, una tendenza che unisce raffinatezza classica con avant-garde cinematografico, stile e comfort. Cos'altro può chiedere una donna? Cosa hanno in comune una ninfa dell’antica Grecia, una fashionista giapponese d'avanguardia degli anni '90 e una socialite chic del primo Novecento? Le pieghe ovviamente.

Dagli abiti antichi ai corpetti di Fortuny, le intricate creazioni di Madame Grès, fino alla rivoluzionaria invenzione di Pleats Please di Issey Miyake, le pieghe sono uno dei vocaboli più duraturi del linguaggio della moda. Sono stati inventati per fornire alle donne libertà di movimento, poiché consentono alla sagoma di ampliarsi e restringersi facilmente, e magnificamente, a ogni mossa. Con l'avvento della tecnologia e dei tessuti artificiali si sono trasformate in uno strumento con cui creare vestiti dalle forme ultraterrene, pur permettendo di rimanere a proprio agio.

La declinazione più femminile, delicata ed elegante delle pieghe è ciò che stiamo vedendo oggi. Nell’abito di citazione greca quasi letterale, in acquamarina pallido di Stella McCartney. Nella tendenza molto cinematica di Saint Laurent, che propone una mantella con collo a balze lungo fino ai piedi, qualcosa che indosserebbe una delle vampire sexy di Jean Rollin, mentre Vetements suggerisce un mantello rosso brillante che è esattamente il genere di capo che Joan Crawford avrebbe indossato se fosse giovane oggi. Più sperimentale, Gucci incanala gli anni '80 in un abito lucido e fasciante, mentre Givenchy esplora tutte le potenzialità delle pieghe in un unico vestito: movenza morbida, manica a palloncino e rigidità sul petto. Ma si può anche essere sobri e silenziosamente eleganti, come dimostra il capo quasi monastico di Valentino. L'esplorazione delle pieghe non ha ancora detto la sua ultima parola.