Sottovalutare Renée Zellweger è il problema hollywoodiano dei nostri tempi. Ridurre Renée Zellweger a Bridget Jones e basta è un errore che continuiamo a ripetere. Oggi Renée Zellweger va letta sotto una luce diversa, oggi Renée Zellweger in jumpsuit sabbia e décolletées multicolor è la metafora del back to office di settembre. Come per Julia Roberts, la placida eleganza della Renée Zellweger sono i suoi 50 anni compiuti senza clamori, sono le sue interpretazioni, sono le sue scelte personali e professionali. Ha salvato la scrittura di What/If, serie tv Netflix dove interpretava strepitosamente una femme fatale da evocare Sharon Stone. Ed è un’interpretazione anche come indossare la tuta intera: un equilibrio sottilmente chic tra l'elegante e il casual obbligato delle tute worker.

SiriusXM's Town Hall With Renee Zellweger Hosted By SiriusXM's Jess Caglepinterest
Presley Ann//Getty Images

Abbiamo malamente sottovalutato Renée Zellweger. Ci siamo dimenticati di lei, anzi, lei ha voluto farsi dimenticare. A lungo. “Sei anni. Sono stati importanti. Non sei più nella testa delle persone, quindi non fanno collegamenti immediati. È una vita più tranquilla, mi piace molto” ha raccontato l’attrice premio Oscar a Vulture in una lunghissima intervista sul suo comeback. Lontana dalle scene per tanto tempo, ha ammesso solo ora che il motivo è stato la depressione. Escluso il timido red carpet nel 2014 dove aveva fatto rumore per una presunta chirurgia estetica smentita in un lungo articolo scritto personalmente per l’Huffington Post americano, Renée Zellweger oggi ha preferito riprendersi la sua vita. Ha ricominciato a lavorare ufficialmente nel 2016 con Bridget Jones, per concludere quel ciclo che le ha dato la fama ma le è costato a lungo l’equilibrio. Rivedere Renée Zellweger è un riassunto di felicità: con Judy, rivelano gli insider, si parla già di nomination agli Oscar 2020. Non una novità per chi una statuetta l’ha già vinta ed è entrata altre due volte nella shortlist.

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Costruire un personaggio così non è stato facile. In Judy Renée Zellweger è riuscita a cancellare se stessa per trasformarsi nell’icona assoluta Judy Garland senza snaturare la potenza di un personaggio pubblico tanto amato, ma liberarsene è stato un processo altrettanto impegnativo: la perfezionista Renée Zellweger segna sempre il punto. In un’intervista al Duluth New Tribune ha raccontato di essersi posta il dubbio se contattare o meno i figli di Judy Garland per comprendere meglio su cosa puntare. Ma alla fine ha deciso di non farlo, anche se con Liza Minnelli ci ha provato (ma è andata male). “Non volevo fare domande, eccetto chiedere cosa avrebbero voluto o sperato di vedere. Avevo capito che qualunque cosa fosse di dominio pubblico era già stata condivisa, potevo trovarla ovunque. Ho avuto l’impressione che abbiano scelto di non parlare di ciò che era davvero privato, che è il loro tesoro ed è giusto che resti tale”. La delicatezza di Renée Zellweger, la più defilata delle Hollywood 50 come Jennifer Lopez o Jennifer Aniston. E, forse per questo, la più autentica.