Il 22 marzo del 1986, a Versailles, la primavera cominciava a farsi sentire ma non faceva ancora caldo. Eppure, in nome della bellezza, la principessa Carolina di Monaco non aveva paura di sfidare i residui dell’inverno presentandosi con le spalle nude alla soirée del Ballets de Monte-Carlo, nell’Orangerie della reggia. Il re Luigi XVI amava molto le arance, così tanto che quando fece costruire la reggia di Versailles, ne destinò un’ala alla coltivazione di queste piante, che vi trovavano riparo d’inverno. Ma da allora erano passati 300 anni e quella grande serra di lusso era, ed è ancora, destinata da tempo a sala da ballo, di concerti e di avvenimenti di prestigio come quello in cui stava per fare il suo ingresso la principessa Carolina di Monaco. Quel giorno, all’Orangerie, i numerosi invitati avrebbero assistito allo spettacolo della rinomata compagnia di ballo monegasca, una tradizione iniziata dai genitori del principe Ranieri, grandi appassionati di balletti russi. Fra gli ospiti c’erano Catherine Deneuve, Guy e Marie-Hélène de Rothschild e l’immancabile Karl Lagerfeld, deus ex machina del guardaroba di casa(to) Grimaldi.

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Carolina di Monaco e Karl Lagerfeld



Carolina non è mai passata inosservata, ma quel giorno era particolarmente splendente. La figlia di Grace Kelly e del principe Ranieri indossava un abito nero in stille Belle Époque che quell’anno Karl Lagerfeld aveva rilanciato con qualche accenno dalla passerella di Chanel. La parte superiore dell’abito era occupata da una fittissima e colorata broderie Lunéville, così come le maniche a guanto indipendenti, e il resto era semplicemente crêpe di seta nera che scendeva libera sulla sua figura, senza sottolinearla. La linea morbida dell’abito non era un caso, Carolina era al quarto mese di gravidanza e il 3 agosto di quell’anno avrebbe dato alla luce la figlia Charlotte. In quella bellissima occasione mondana non c’era Stefano Casiraghi, il marito della principessa, la quale come accompagnatore aveva scelto però Lagerfeld l'uomo che, tenuto al braccio di qualsiasi donna, diventava il più prezioso e inarrivabile cavaliere che si potesse desiderare.

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Carolina di Monaco e Catherine Deneuve

La principessa Carolina era una donna felice, molto felice. Sposata da tre anni con il suo grande amore, da due era già madre di Andrea Casiraghi e c’era quella bambina in arrivo. Tutto in lei esprimeva fierezza senza arroganza e nel suo modo di essere perfetta, osservandola bene, si intravedeva sempre un indizio nascosto del gusto per la ribellione che aveva coltivato sin da adolescente e che aveva riposto in una soffitta mentale, senza gettarlo via. In questa occasione, quel ruolo trasgressivo era affidato ai grandi e complicati orecchini che potevano veramente mettere alla prova i lobi di chiunque. Un’incastonatura di brillanti separava il bead di smalto blu dal grande pendente di vetro trasparente a forma di cuore trafitto, da cui pendevano a loro volta due croci di brillanti, il tutto così lungo da posarsi sulle spalle. La joie de vivre a Versailles, quel giorno, era tutta concentrata lì, negli orecchini della principessa Carolina di Monaco, e ogni raggio di luce che a ogni suo movimento vi si rifletteva, spargeva un po' di quella felicità intorno a sé, facendone un magico attimo fuggente di 35 anni fa.

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