Ci hanno detto che quando sorridiamo mettiamo in moto 12 muscoli, che il rilascio di endorfine nel nostro corpo si moltiplica, che il ritmo della respirazione si fa più profondo e soddisfacente. Non ci hanno mai detto quali sono i numeri, le statistiche, le percentuali che sfiorano il contorno delle nostre labbra quando siamo tristi, abbiamo gli angoli della bocca tendenti più a sud che a nord, del viso. Non ci hanno mai detto quante sono le donne che indossano per la prima volta un abito da sposa, che si lasciano accompagnare da quei metri di chantilly all’altare, attivando solo una manciata di quei papabili 12 muscoli. Forse, trovare “quello giusto”, vestito da sposa o partner della vita che sia, è un concetto cliché più simile alle trame dei romanzi rosa che a quelle della vita vera. Se il secondo semplicemente accade, proprio quando meno ce l’aspettiamo, il primo si sceglie o, meglio, lasciamo che a sceglierlo siano i nostri 12 muscoli, moltiplicate endorfine, respiri profondi…

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Courtesy Photo / Pronovias

… Ma non è esattamente l’abito da sposa che avrei voluto… “Siamo sincere, quante di noi hanno pronunciato questa frase, almeno una volta, durante la festa del loro matrimonio? Quante di noi la bisbiglieranno poche ore dopo aver pronunciato quel sì, lo voglio?”, Ashley Graham non vuole maneggiare con i guanti (in pizzo, ovvio) un argomento delicato come la scelta di un abito da sposa per una futura moglie le cui curve non si avvicinano esattamente alle sagome di un manichino da atelier. È la stessa orgogliosa supermodel plus size ad aver fatto esperienza, guardando schiudersi fiori d’arancio sul suo altare, di come possa essere difficile trovare il dream dress che, il sogno del fit perfetto, lo esaudisca davvero. Ed è da questa premessa-promessa per il futuro della moda sposa che Ashley Graham e Pronovias sono partiti per lanciare la collezione di abiti da sposa “creati per il corpo di ogni singola donna al mondo”.

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“Siamo alte, basse, rotondine, magre, abbiamo il seno prominente, il sedere grande, i fianchi larghi, oppure un décolleté o lato B piatti… E allora? Non ci meritiamo un wedding dress che ci faccia sentire bellissime?!”, spiega risoluta Ashley Graham, la donna, portavoce, corpo, cuore e testa (determinatissima) voluta dalla maison spagnola per creare la linea di vestiti da sposa inclusivi, game changer del mercato del 2020 e, chissà, 2021, 2022, 2023… “La moda deve parlare a tutti, per questo il concetto di inclusività è fondamentale, peccato però che finora sia rimasto ai margini del fashion business…”, continua la topmodel e moglie dal 2010 del fotografo e regista americano Justin Ervin. “Non ricordo nemmeno quanto tempo ho trascorso a cercare l’abito da sposa che mi stesse bene. E, persino dopo averlo acquistato, notavo moltissimi difetti di fitting, ma non c’era tempo per modificarlo tutto. Ecco, non era di certo il vestito che avrei voluto, e con il senno di poi ho un po’ di rimpianti. Ashley Graham x Pronovias nasce anche per questo motivo, trovare il modo, e il modello, per non sentirsi più unconfident il giorno del proprio matrimonio.

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Essenziale e minimalista, strutturata e glam, senza rinunciare allo sfarzo, senza rinunciare all’eleganza, i 16 pezzi della collezione esclusiva Ashley Graham x Pronovias, disponibili in store e online da marzo a settembre 2020, cuciono insieme i requisiti della body positivity, dell’inclusività e dell’avvenire couture “incarnando i desideri e le convinzioni della donna moderna, colei che orgogliosa della sua bellezza emana sensualità, proprio come Ashley”, continua Alessandra Rinaudo, Chief Artistic Officer di Pronovias. “La sua costante missione in difesa della diversità del corpo delle donne si sposa, ça va sans dire, alla perfezione con gli obiettivi fra trama e ordito di Pronovias”, le fa eco Amandine Ohayon, CEO del Gruppo Pronovias. Forse la felicità che dura le 24 ore del giorno più bello e resta per sempre impressa nei cuori (e su pellicola fotografica) passa da un tailleur bianco latte taglia 36, da uno strascico taglia 64, da un corpetto impreziosito, più che da pizzi vintage, da reggiseni a scomparsa avant-garde… “Siamo forti, bellissime, brillanti. Soprattutto diverse. Così come i nostri corpi. Da rispettare, onorare e valorizzare ogni giorno.

Se la smettessimo di parlare soltanto di inclusività e iniziassimo a fare qualcosa per supportarla?

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