“Alta Società” come un film di nonna Grace Kelly come in un film di nonna Grace Kelly. “Il Cigno” come uni dei lungometraggi-sogno della “Ragazza di Campagna” americana destinata a diventare Principessa di Monaco. Ritrovamenti vintage di un party sotto il cielo di Parigi sono le foto di Charlotte Casiraghi in abito sexy, lungo, discreto quanto basta ad attirare su di sé sguardi, pupille fisse, obiettivi iridescenti. Tutto, dall’acconciatura, l’iconico chignon à banana che forse solo un appartenente a un casato può indossare con estrema nonchalance, fino al long dress che imita un peplo couture, assomigliano, imitano forse dichiaratamente, gli abiti di Grace Kelly negli anni Sessanta, quando una tiara principesca già le decorava i capelli.
Il sorriso cucito che sta per rivelarsi in tutta la dolcezza degli occhi che di cognome fanno Casiraghi, il passo svelto, spedito, delicato su sandali metallo liquido colato su listini di fine 90s, il look di Charlotte Casiraghi ricordo di una notte nella ville lumière, ricordo di un passato prossimo in cui l’anulare sinistro era spoglio della fede che con cui suggellato il suo amore eterno insieme a Dimitri Rassam, in cui le mani non avevano ancora coccolato, consolato, carezzato il volto di due bambini, Balthazar e Raphael. Chi era Charlotte Casiraghi la notte in cui (in)consciamente decise di interpretare, fino allo scoccare della mezzanotte, un film in cui la principessa arriva da Filadelfia, passa da Hollywood per ribaltarne per sempre la storia, si rifugia fra le braccia di una Monaco che, al contrario, non la tenne stretta con sé abbastanza.
