"I love her beauty but I fear her mind", e mai citazione fu più azzeccata. In abito nero sexy Irina Shayk fa scivolare le sue mani guantate sul viso di Damian Hurley, puntando due fari azzurri in direzione telecamera, le gambe da Compasso d'Oro che si accavallano in una mossa sensuale. E il giovane modello fa lo stesso, raddoppiando la potenza glaciale. A guardare l'inedita coppia -per finta, stiamo calmissimi- diventa improvvisamente cristallino il significato delle parole di Stendhal che accompagnano la campagna di Steven Meisel per il nuovo #DarkStarMascara di Pat McGrath Labs. Amo la sua bellezza ma ho paura della sua mente: una dichiarazione di amore inquieto, oscuro e pericoloso come l'ossessione bistrata di nero caviale. La bellezza disturbante di Irina Shayk oggi più che mai, il genderless incarnato da Damian Hurley, una sensualità sfacciata e diretta come un colpo in testa. O al cuore.
Sono gli occhi di Irina Shayk a pietrificare, moderna Medusa che si specchia e si nutre dell'efebico doppio Damian Hurley, magnetica come un campo gravitazionale, in grado di lasciare tutto il mondo in secondo piano. Quello stesso mondo che ha dragato la sua vita privata post Bradley Cooper immaginando possibili scenari di lussuosi amici, e trovando solo un corteggiatore nemmeno troppo confermato (forse causa pandemia). Nella sua campagna da testimonial beauty Irina Shayk riafferma il suo diritto a mostrare solo quello che vuole, professionalmente parlando: un abito sexy, corto, in pelle nera, non descrive la complessità della riservatezza. Ciò che avviene quando si spengono i riflettori è tutto sotto giurisdizione di Irina Shayk. Come la figlia Lea Seine, avuta da Bradley Cooper e scrupolosamente tenuta lontana dai paparazzi (che pure la scovano durante le passeggiate per New York). L'avviso è chiaro: non ci si intromette nell'universo privato di Irina Shayk. O Medusa vi renderà di pietra.