Qui su l’arida schiena del formidabil monte, sterminator Vesevo, la qual null’altro allegra arbor né fiore, tuoi cespi solitari intorno spargi, odorata ginestra, contenta dei deserti. “Questo poema, La ginestra o il fiore del deserto, è stato scritto nel 1836, Giacomo Leopardi si trovava a Napoli con un amico…”, la voce di Charlotte Casiraghi oggi riecheggia dolce nell’aria di Monaco, riempiendo ogni angolo del teatro Fort Antoine, dove, come una professoressa di letteratura per una notte, parafrasa gli scritti più significativi della filologia. Frangetta a tendina, à la parisienne, da manuale, camicia color cappuccino in seta che segue il ritmo del vento, sandali bassi Charlotte Casiraghi in una notte di mezza estate interpreta l’ennesimo understatement look della sua carriera di “principessa filosofa”, come amano chiamarla i monegaschi.

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Fondatrice e presidentessa del Les Rencontres Philosophiques de Monaco, associazione devota all’analisi e promulgazione della filosofia moderna, Charlotte Casiraghi alla serata-evento per festeggiare i 50 anni del teatro Fort Antoine, legge la penultima lirica del poeta marchigiano, considerata il suo testamento poetico e che, osservando una ginestra sulle pendici del Vesuvio, riflette sulla condizione umana e sulla natura. Tentando una liaison con l’attualità del nostro pianeta, la figlia di Carolina di Monaco e Stefano Casiraghi si accoccola sul palco, braccia conserte, sguardo basso, a onorare le parole provando a trasmettere tutta la delicatezza di cui è capace. Charlotte si rimbocca le maniche, letteralmente.