C'è una foto simbolica alla Casa Bianca della primavera 1961 che unisce, per la prima volta, due simboli assoluti dello stile eterno. La stessa inquadratura, presa da un'altra prospettiva, sembra svelare un backstage di storie e intrecci indimenticabili. Jackie Kennedy e Grace Kelly con i rispettivi mariti, Ranieri III di Monaco e John Fitzgerald Kennedy che fa gli onori di casa. Nello scatto Jackie Kennedy in tubino nero dallo scollo dritto, la collana in parure con bracciale al polso sinistro, guarda dritta in camera, perfetta interprete della first-lady-tudine per eccellenza, e accenna la posa gentile che avrebbe reso immortale anche nell'incontro a colori con la Regina Elisabetta II. Due royal meeting in pochi giorni avrebbero messo chiunque sotto pressione, ma non Jackie Kennedy, educata appositamente per muoversi nel jet-set internazionale, tra aristocratici e capi di stato. La coeva Grace Kelly, l'attrice ghiaccio bollente, quel mestiere di fine diplomatica aveva invece dovuto impararlo da zero dopo il matrimonio con Ranieri III di Monaco. Ma Grace Kelly in abito verde smeraldo e copricapo di piume bianche, vezzoso q.b. da sottolineare la sua nobiltà acquisita, riesce ad eclissare con uno sguardo l'eterna classe di madame Bouvier-Kennedy. Senza fissare l'obiettivo, gli occhi profondi di Grace si posano sull'allora presidente degli Stati Uniti, illuminati dal mini sorriso da bambina impertinente. Illazione leggendaria vuole che JFK avesse avuto un debole per Grace Kelly sin dai tempi cinematografici, ma il matrimonio con Ranieri di Monaco avrebbe reso impossibile ogni eventuale amore. La particolare inclinazione per le attrici bionde e irraggiungibili sarebbe stata riassunta nel complesso rapporto di John Fitzgerald Kennedy con Marilyn Monroe.

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Tra Jackie Kennedy e Grace Kelly le somiglianze sono sempre state molte. Le vacanze in Grecia, tanto per cominciare. A anche sul versante della maternità c'erano molti paralleli. Ironia della sorte, condividevano figlie con lo stesso nome e lo stesso anno di nascita: Carolina di Monaco era nata nel gennaio 1957, Caroline Kennedy a novembre dello stesso anno (dopo Arabella, prima figlia di Jackie e JFK nata morta l'anno precedente). Caroline era anche il nome all'anagrafe di Lee Radziwill, la sorella perfetta di Jackie, per la teoria secondo cui nelle grandi dinastie i nomi tendono a passare di anagrafe. I secondi figli erano entrambi maschi. In quell'incontro, sembra che le due première dame avessero parlato molto della progenie e della difficoltà di tenerla distante dalla stampa: Jackie rivelò a Grace che avrebbe voluto molta più libertà personale per Caroline e il secondogenito John-John. Il terzo figlio Patrick Bouvier Kennedy sarebbe nato nell'agosto 1963, ma anche lui sarebbe morto appena nato per una malformazione polmonare: l'annus horribilis di Jackie sarebbe culminato con l'assassinio di JFK a Dallas a novembre. La principessa di Monaco, da par suo, aveva il suo daffare con la primogenita e il figlio Alberto, e la famiglia si sarebbe allargata ulteriormente con l'arrivo di Stéphanie nel 1965.

La rivalità simbolica di Jackie Kennedy e Grace Kelly era, ovviamente, sul modo di vestire. Simile, per certi versi: gli stilisti facevano a gara per mettere la firma sul look di entrambe. Il primo punto di contatto tra loro era stato il designer Oleg Cassini, che la signora d'America aveva corteggiato a lungo per aiutarla a creare quello che sarebbe diventato lo stile Jackie Kennedy. "Oleg mi vestiva per la mia parte" chiosò Jackie sibillinamente una volta, e furono più 300 gli abiti preparati dal designer che trasformarono miss Bouvier in Jackie. Ma la first lady era arrivata ben dopo Grace Kelly, che con Oleg Cassini aveva avuto una lunga relazione prima professionale, poi amorosa, lungo i primi anni Cinquanta: era stato lui a creare il cosiddetto Grace Kelly look, spingendo sul lato più sensuale della bionda bellezza americana standard e consegnandolo alla storia della moda e del costume. Nel 1954 i due si erano fidanzati, ma tutto era naufragato perché la famiglia Kelly non apprezzava umanamente lo stilista, noto farfallone amoroso nell'ambiente. Due anni dopo Grace Kelly aveva sposato Ranieri di Monaco, abbandonando per sempre Hollywood e la carriera cinematografica a favore di quella principesca.

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La passione comune per i couturier francesi era un altro grande punto di contatto tra Grace e Jackie. Grace li aveva sperimentati nei guardaroba dei set di Hollywood che aveva frequentato fino a pochi anni prima, e l'acquisito status di principessa ne aveva allargato le conoscenze; Jacqueline Kennedy, in virtù della sua preparazione atletica al ruolo di First Lady e curatrice dell'immagine del marito, aveva un lungo elenco di preferiti dai quali attingere. In quell'incontro alla Casa Bianca l'abito verde di Grace Kelly con cappello bianco era stato firmato da Hubert de Givenchy, forse ispirato lontanamente al completo bianco/verde con cui la divina Grace aveva incantato gli spettatori de La finestra sul cortile, uno dei suoi film più celebri, e molto probabilmente in omaggio alle lontane radici irlandesi della principessa di cui era sempre stata molto fiera. Jackie Kennedy, da par suo, adorava Givenchy. Fu il presidente statunitense JFK a individuare il tocco inconfondibile dello stilista francese e a sottolineare come la moglie lo avesse istruito in materia, in un dialogo che la principessa rievocò nel 1965 durante un'intervista a Paul Gallico: "Si girò verso di me e mi disse "È un Givenchy quello che indossa?" La cosa stupefacente è che proprio quel giorno portavo un abito suo. Risposi "Che intelligenza, signor Presidente, come fa a saperlo?" Replicò: "Sto diventando bravo, ora che la moda è più importante della politica e la stampa presta più attenzione ai vestiti di Jackie che ai miei discorsi". Con una battuta, JFK aveva dato voce al cambio di passo dell'attenzione dell'opinione pubblica. Ciò che Jackie e Grace, rivali di stile a distanza di chilometri, già sapevano da anni.