Oggi Helena Christensen, a 51 anni, si permette di fare ciò che vuole, come indossare un baby dress che più difficile non si potrebbe. Lei può. Specialmente quando torna in quella Danimarca da cui partì neanche ventenne per conquistare copertine e passerelle di tutto il mondo: Helena Christensen è tornata protagonista dello street style (e non solo) della Copenhagen Fashion Week, post lockdown trascorso nella sua remota casa delle Catskills in compagnia del figlio e di un paio di amiche. Per farlo, ha scelto l'impossibile. L'abito azzurro di Helena Christensen firmato Ganni è un concentrato di difficoltà ad alti livelli che il volto e corpo di Wicked Game interpretano alla massima espressione. Prego prendere appunti, la lezione di styling è cominciata.

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Raimonda Kulikauskienie//Getty Images

Elenco dei possibili rischi del baby dress azzurro di Helena Christensen: volume over, due ampie balze sul collo e sul seno, la stampa a quadretti finestrati che richiama le camicie maschili. Singolarmente facili da gestire, insieme esponenziali concorrenti verso il fashion disaster. Ma la grazia della supertop amata da Versace sovverte il paradigma e consiglia indirettamente i trick ideali per uno styling che aiuta tutte nel nome del fashion patriottismo: un paio di sandali rosa alti in suède di Henrik Vibskov, trucco per riequilibrare l'altezza di Helena Christensen in contrasto con l'oversize e elevare l'errore di stile a divertissment. Extra tip, la clutch a righe fiordifragola arpionata sul fianco, mix&match da osare ogni giorno, e il rossetto rosso acceso che nessuna mascherina riuscirà a scalfire. La lezione di stile di Helena Christensen è una digressione personale e leggerissima sul naïf, la consacrazione couture del più complicato tra i baby dress. Da copiare su/bi/to.