Fermare un momento in una foto. Il momento perfetto per riassumere come era Lady Diana a 19 anni, futura principessa del popolo venuta dall'aristocrazia, al suo primo incontro con Grace Kelly, la principessa di un altro popolo, di estrazione borghese e intelligenza sopraffina. La sovrana american-monegasca allarga sorrisi di una naturale regalità, la giovane dalle guance dolci al suo fianco è tutto il contrario. Grace è avvolta in cangiante shantung blu dai riflessi borgogna e indaco, perfettamente padrona di sé. L'abito nero di Lady D le lascia le spalle scoperte, la scollatura è ingentilita dai diamanti, ma la giovane e acerba futura sposa di Carlo d'Inghilterra non riesce a contenere un disagio quasi ancestrale. Data astrale 9 marzo 1981, uno dei debutti pubblici della timida Diana Spencer in qualità di fidanzata e prossima sposa dell'erede al trono d'Inghilterra: da lì a 4 mesi il matrimonio tra Carlo e Diana avrebbe stabilito il record mediatico dell'epoca pre-streaming. Ma c'erano ancora un po' di ostacoli da superare. E la timidezza di Diana era uno di questi.

Eppure con quell'abito nero Lady Diana avrebbe fatto uno dei suoi primi passi avanti, l'inizio della ribellione sincera ai protocolli dell'etichetta e ad una vita che della fiaba aveva davvero poco. Il suo compiacere la royal family cozzava continuamente con i rigidi dettami di corte, gli errori erano continuamente messi alla pubblica gogna. Nessuno sembrava voler riservare alla giovanissima futura sposa un training adeguato come sarebbe accaduto per Meghan Markle: si dava per scontato che la fanciulla certe cose le sapesse o comunque le imparasse in fretta senza fare storie. E tentava di riparare a imperfezioni, o si arrangiava per comprendere ciò che le mancava, ma Lady Diana da giovane era diventata comunque il bersaglio preferito delle accuse di inesperienza. A partire dal principe Carlo che, nonostante avesse accettato il suo temporaneo destino, continuava a pensare alla sua grande amata Camilla e a trattare con freddezza la futura moglie.

lady diana abito nero senza maniche grace kellypinterest
Getty Images

Successe anche quando Lady Diana e Grace Kelly si videro per la prima volta, alla London's Goldsmith's Hall per un concerto. L'abito scelto dalla allora teenager Diana per l'occasione era stato confezionato dagli stilisti David ed Elizabeth Emanuel, che avrebbero firmato pochi mesi dopo anche il suo abito da sposa, ma un contrattempo non aveva fatto terminare la confezione e Diana dovette ripiegare su un altro vestito. In perfetta aderenza con il suo spirito seguì un istinto che miscelò ribellione, vendetta e facilità di esecuzione. Diana non ne poteva più di essere l'eterna seconda nel cuore dell'amatissimo Carlo. Vedersi dipinta come la bambolina della campagna inglese venuta a garantire la successione dei Windsor oltre corna e tradimenti, la nauseava. Osò con la couture scollata in taffetà nero, senza spalline e maniche, che provava a cancellare l'inesperienza della sua modella d'eccezione. Diana si era affidata alla certezza che il color caviale le avrebbe dato quell'afflato di confidence che ancora le mancava: "Ero convinta che fosse il colore in assoluto più elegante che si potesse indossare a 19 anni. Era un abito molto adulto" raccontò la principessa anni dopo al biografo Andrew Morton. La verità che quel vestito nero fu il primo vero revenge dress di Lady Diana, anticipando l'off-shoulder Versace che avrebbe restituito alla ex principessa la libertà di pensiero, corpo e cuore. Lady Diana stava già dando una lezione di stile in anteprima mondiale, ma al momento la scelta si rivelò controproducente: Carlo rimproverò alla futura moglie il colore, il modello sensuale dell'abito, il fatto che apparisse così impacciata in un'occasione mondana. "Ero letteralmente terrorizzata" ammise anni dopo Diana. L'errore base fu che per la royal family il nero era riservato al lutto stretto, impensabile indossarlo nelle uscite pubbliche ufficiali (sarebbe accaduto solo molto, molto dopo, e sempre grazie allo sdoganamento fatto dalla principessa del Galles). Non c'era nessuno da piangere quella sera, se non l'orgoglio calpestato di Diana Spencer. A consolarla ci pensò Grace Kelly. L'aneddoto lo riportano molti royal biographers, tra cui Morton e la giornalista Tina Brown (che per prima, va detto, attaccò duramente la scelta di stile di Diana). Trovandola in bagno in un fiume di lacrime, la principessa di Monaco le fece notare con delicatezza che il vestito non era effettivamente indicato per il suo futuro ruolo, ma le stava comunque bene. "Ma non preoccuparti, andando avanti sarà peggio" avrebbe commentato Grace, sottolineando non senza un filo di amara ironia che i giudizi contro il suo aspetto fisico, i suoi look, ogni sua apparizione non si sarebbero mai fermati lì. Dall'alto della sua infinita grazia di acquisita nobiltà, la ex attrice preferita di Alfred Hitchcock sapeva bene quanto fosse difficile difendersi dagli attacchi pubblici in ogni lato. In quel brevissimo momento Grace si sovrappose alla madre di Lady Diana, ‎Frances Shand-Kydd, dandole il suggerimento che poteva servirle. Non si sa bene cosa successe dopo: forse Diana rientrò in sala concerto con gli occhi gonfi e la dignità ricostruita, forse le due donne di generazioni lontane e problemi vicini si dissero altro che non sapremo mai. Di certo, Lady Diana si riprese e andò avanti. E di quell'apparente look sbagliato, fuori luogo, così maturo per lei, andò fiera sempre.