Un binomio moda/personaggio così ben riuscito, simbolico e potente non si vedeva da un po' di serie tv. E potremmo chiuderla qui con i look di Nicole Kidman in The Undoing, serie tv in onda su Sky e Now TV dall'8 gennaio: uno di tutto, grazie. Ma il turbinio colorato e materico in cui la costumista Signe Sejlund ha avvolto meticolosamente tutti i centimetri di altezza di Nicole Kidman/Grace Fraser, la moglie del protagonista Hugh Grant/Jonathan Fraser, merita un approfondimento a sé. Un viaggio estetico tra mazzette Pantone e complementarità, rese ancora più dense e sottolineate dalla fotografia luminosa, e che parte apertamente da un dettaglio preciso: il colore dei capelli naturali di Nicole Kidman, quel red copper dalle sfumature profonde e magnificamente incendiarie che portò la debuttante australiana in cima al mondo nel 1990, e che la regista della serie Susanne Bier ha espressamente richiesto all'attrice.

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Sono i cappotti di Nicole Kidman in The Undoing i veri protagonisti dell'evoluzione psicoemotiva del personaggio. Ogni colore scelto inquadra l'umore di Grace Fraser via via che il dramma si sviluppa, seguendo i picchi di tensione della storia e l'umore di una donna ricca, apparentemente felice, travolta da dubbi e misteri sul suo stesso matrimonio (la trama è super thriller). Ma il taglio resta sempre lo stesso, espressamente desiderato: coat lungo, minimo sotto il ginocchio, slim q.b., avvolgente.

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"Nicole è così alta e sottile, le stanno benissimo quei cappotti lunghi, è così elegante e classica. Volevo che quella silhouette fosse parte della sua identità" ha raccontato Sejlund a Harper's Bazaar USA, specificando che la selezione mixa pezzi originali, realizzati appositamente per il personaggio, a capispalla di Max Mara e The Row (il cappotto stile cardigan teal che vorremmo tutte nell'armadio). Sono uno più bello dell'altro, ça va sans dire. Allure 70's spinta, sostenuta da una palette colori pazzesca. Tra pattern a quadri, lana cotta, broccati ricamati su sfumature perlate, i cappotti di Nicole Kidman ora sono il sostegno, il risvolto simbolico della narrazione di Grace Fraser.

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Ma il coat della discordia, il più divisivo e identificativo del personaggio, è il cappotto verde di Nicole Kidman in The Undoing. Pantone gelato al pistacchio, texture vibrante che evoca una pelliccia di astrakan, è clamorosamente eccessivo. Nel contrasto feroce con i fulvi capelli dell'attrice si consuma il suo essere al tempo stesso icona e scudo della fragilità esposta di Grace, a sottolineare la drammaticità della situazione e la potenzialità di sparire dentro le cuciture, per non farsi più vedere. Un'ambiguità espressiva che ha polarizzato incredibilmente gli spettatori della serie, sconvolti dal peregrinare della donna nel momento del climax.

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David Giesbrecht

E sotto i cappotti? Di tutto. E non meno bello, davvero. Il lavoro sulle sfumature di colore e sui tessuti svolto da Sejlund è stato magistrale nel regalare un'identificazione reale ad una protagonista di fiction. Anche se si notano meno perché i veri alfieri di stile solo i capispalla, dalla blusa color lavanda fluorescente stampata a fiori nella scena del ristorante, all'incredibile abito plissé di Givenchy sfoggiato sotto la cappa ricamata ("la fa somigliare ad una farfalla notturna"), anche ciò che sta nascosto dal panno di lana e cachemire integra il racconto della storia personale di Grace Fraser. E grazie a Nicole Kidman ne restituisce una fine complessità. Parola chiave su cui dovremmo imparare a ragionare più spesso.