"Gli anni più belli della nostra vita". Così la regina Elisabetta ha definito il periodo fra il 1949 e il 1951 ricordandoli con il principe Filippo durante il lockdown, in cui vivevano a Malta. Non è un mistero che nei mesi di reclusione forzata la coppia si fosse riavvicinata proprio perché non trascorreva un periodo così lungo insieme, da soli (oltre ovviamente al personale che se ne prendeva cura con discrezione) sin da quel lontano triennio, prima che re Giorgio VI morisse lasciando il trono alla figlia che avrebbe compiuto 26 anni due mesi dopo. La principessa Elisabetta e il principe Filippo vivevano a Malta perché lui, tenente della Royal Navy, era di stanza lì con la nave HMS Magpie. Elisabetta e Filippo abitavano a Villa Guardamangia, una dimora estiva in pietra calcarea del XVIII secolo di proprietà della famiglia Schembri. Lo zio preferito di Filippo, Lord Louis Mountbatten, l'aveva presa in affitto per trascorrerci le vacanze, ma l'aveva ceduta volentieri in prestito ai due sposini. Qui Elisabetta ha fatto la vita di una moglie tradizionale degli anni 50 che affiancava il marito militare. La principessa circolava per La Valletta in una Morris Minor, il leggendario modello di utilitaria di lusso del tempo, con cui andava a fare la spesa indisturbata e a volte fra altre signore che non sapevano nemmeno chi fosse. Elisabetta e Filippo avevano dovuto lasciare i figli a Londra, in particolare Carlo che doveva essere educato nelle scuole britanniche per prepararlo al futuro ruolo di re, e ne ricevevano la visita di tanto in tanto, accompagnati dalla principessa Margaret. Ma avevano trovato il modo per compensare la mancanza dei familiari. Quando Filippo era libero, i due facevano lunghe gite in barca e mettevano insieme un corredo mentale di ricordi romantici che di lì a poco, dopo la morte del re e l'ascesa al trono della giovane Lilibet, avrebbero sfogliato segretamente nelle loro teste durante migliaia di noiosi ricevimenti a venire. Elisabetta e Filippo hanno riparlato molto di quei giorni durante i lockdown e di come, per chi sale su un trono importante, il desiderio più ambito può essere quello di trovarsi al posto di un proprio suddito libero e felice. Come sappiamo, il re Giorgio chiese a Elisabetta di rientrare quando la sua salute si aggravò, e più tardi anche Filippo dovette lasciare il lavoro nell'amata Marina Britannica per assolvere i suoi compiti di principe consorte. Fra i tanti ricordi che i due conservano, e le foto che hanno sfogliato durante il 2020 ce n'era anche una molto particolare. Nell'estate del 1951 la principessa e il duca di Edimburgo avevano già dovuto lasciare l'isola, richiamati dal re, ma trovarono l'occasione di tornare già lì in vista ufficiale a novembre, ospiti delle autorità maltesi che diedero un ricevimento.

queen elizabeth ii and prince philip during a visit to the mediterranean island of malta, 1951 photo by hulton archivegetty imagespinterest
Hulton Archive//Getty Images

Quella sera Elisabetta indossò un abito spettacolare e indimenticabile disegnato dallo stilista Hardy Amies. Era in broccato di seta viola malva a motivi di stelle e con delle applicazioni scintillanti. I suoi accessori erano i preferiti del momento: la tiara the Girls of Great Britain and Ireland donata dalla nonna Mary di Teck, la sua parure di diamanti dono di nozze del Nizam of Hyderabad, i guanti immacolati, la borsina minimal con manico sottile e la stola di ermellino bianco. La stampa britannica definì quell'abito "audace", a causa della scollatura rigida e sagomata senza spalline che lasciava intravedere l'inizio del cleavage sul décolleté. Ma tutto quello che conta per Elisabetta, quando guarda questa foto, è ciò che si intravede dietro a lei. Il volto orgoglioso del principe Filippo che sembra dire a tutti "questa bellezza è mia moglie". L'ultima proprietaria della Villa Guardamangia dove la coppia reale ha vissuto il periodo più sereno è stata un'anziana signora che l'ha venduta al governo maltese, per non lasciare finire in decadenza le 18 stanze che la compongono. Diventerà un museo dove sarà ricordato pure quel soggiorno di due ospiti speciali che, per una serie di circostanze inaspettate, non ne poterono diventarne gli inquilini definitivi.