Chi è Antonia Saint Dunbar? Prima di rispondere a questa domanda bisogna farsene delle altre. Del tipo: i tacchi alti slanciano la gamba? Beh, sì. Rendono il piede più piccolo? A volte. Piacciono agli uomini? Molto. Sono un accessorio del sessismo? Probabile. Camminare con i tacchi alti è un’arte/tortura/delizia, c’è chi dice che se inizi a farlo da ragazza poi non ti daranno più noia, come andare in bici. È innegabile che le donne, nel passato, abbiano imparato a usare qualcosa di bello ma scomodo per avere un’arma in più nella spietata competizione a chi si aggiudicava il marito (o l’amante) migliore, così come si sottoponevano a trattamenti estetici nocivi pur di apparire più belle. Ma oggi? Antonia Saint Dunbar è un’imprenditrice americana e una mattina ha fatto questa considerazione: le nostre adorate scarpe con il tacco alto, abituate o no, sono una garanzia di piedi doloranti e vesciche. E soprattutto: i tacchi fanno male alla schiena. Eppure li indossano il 73% delle donne nel mondo, di cui la metà ha ammesso di farlo con gran disagio. Il 39% li porta addirittura sempre, tutti i giorni. Perché?

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La prima risposta sincera che viene al volo è: perché sappiamo che piacciono molto agli uomini. Una ricerca di qualche anno fa commissionata da Archives of Sexual Behavior dimostrava che se una donna lascia cadere un guanto davanti a uomini estranei, questi si precipitavano a raccoglierlo nel 93% dei casi solo se la donna indossava i tacchi, e nel é 62% se indossava delle ballerine. Ma perché piacciono i tacchi alti? Una spiegazione definitiva non c’è, e a parte quella della gamba più slanciata (che intriga più le donne che l’uomo stesso) la teoria più accreditata in sessuologia ha a che fare con l’idea di donna come “preda”. I tacchi a spillo danno la sensazione inconscia di rallentare l’eventuale fuga dal predatore. Concetto estremo ma onesto, perché pesca nei residui di ancestrale. Ma oggi che non siamo più dei selvaggi questo è da considerare sessismo. Secondo FastCompany, infatti, lo stiletto è anche legato agli avanzamenti di carriera in un’azienda. Le donne che guadagnano di più sono più propense a indossarli, circa il +21%, e non si capisce se questo le abbia favorite o se si tenda a indossarne di più quando si fa successo (beh, con uno stipendio alto si prendono più taxi e meno bus). Alcune aziende, contestatissime, includono i tacchi alti nel dress code delle dipendenti, paragonandoli all’obbligo di cravatta degli uomini (dimenticando che quella è indolore). Insomma, si è chiesta Antonia, ma davvero dobbiamo sopportare tutto questo?

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No, non siamo costrette. Ma oggi le scarpe con i tacchi alti le portiamo soprattutto per un nostro piacere. Siamo diventate orgogliose feticiste dei nostri stessi piedi, comprarci un paio delle Manolo Blahnik di Kate Middleton è un traguardo, non vogliamo rinunciare al piacere di riaprire all'infinito la scatola, far crepitare la carta e guardarle, prima di indossarle. In fondo, il fattore negativo di tutto questo è solo uno: i tacchi a spillo sono stati inventati da uomini, da Roger Vivier e André Perugia nei primi del 1900. Gente che non li avrebbe mai indossati. Riappropriandoci del concetto di moda sana in corpore sano (e indipendente) Antonia ha lanciato un progetto chiamato Antonia Saint per realizzare scarpe col tacco alto comode come un paio di sneakers. Un ossimoro? Un’utopia? Se gli aerei volano ci deve essere un modo anche per fare stiletti indolore. E qualcuna comincia a pretenderlo come una rivendicazione simile al rifiuto del dogma “partorirai con dolore”. Negli ultimi tre anni Dunbar ha investito tutto sugli studi di ingegneria per trasformare lo stiletto in una scarpa con cui correre come fulmini (diteci che non è un sogno, per favore) e ha fondato una startup appoggiata da grandi aziende calzaturiere americane come Cole Haan e piccole aziende d’avanguardia nella tecnologia come True Gault. Ed è a un passo dal successo. Se volete che si realizzi in fretta, c’è anche un crowdfunding su Kick Starter per finanziare il brevetto, che prevede la realizzazione della scarpa solo se personalizzata sulla forma del piede di ogni singola consumatrice. È troppo dire che la nostra vita cambierà?