Non sembrano veramente scarpe per bambine? O forse da bambole. Infatti negli States le chiamano anche Dolly Shoes. Certo, a una bambina piacciono di sicuro, ma un tempo le scarpe Mary Jane le portavano anche i maschietti. Nel 1934 Shirley Temple ballava sul grande schermo indossandone un paio e nelle pubblicità di quegli anni è pieno di bambini che le portano con i calzettoni. Ma le scarpe Mary Jane non sono più fatte per le bambine. Sono le più longeve, le più datate, le più intramontabili fra le scarpe sexy in cui una donna (attenta) abbia mai infilato i piedi. Perché piacciono tanto? Ognuna scelga una risposta, o le adotti tutte e tre. #1 Perché sono molto femminili; #2 perché rendono gentile anche il piede più problematico; #3 perché sono comode e ci si può camminare tanto (senza mal di piedi); #4 perché il cinturino non ti farà mai rischiare di perderle (zero gaffe). E poi perché si evolvono, sono eterne, ma rimangono sempre se stesse. Che in fondo è quello che vorremmo succedesse a noi. Quindi c'è dell'ammirazione/identificazione.

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Shirley Temple sul set con le sue Mary Jane

Grazie alla loro forma particolare, le scarpe Mary Jane hanno calcato i pavimenti dei bar degli anni Venti dove si ballava tutta la notte e le ragazze volevano farlo senza soffrire. Ce n’erano di tutti i materiali, soprattutto in satin di seta, e di tutti i colori, dal rosso al blu. Mary Quant negli anni Sessanta le rilanciò con le minigonne, la supermodella Twiggy appariva deliziosamente infantile in scarpe nere e abiti grembiule. Courrèges, Yves Saint Laurent e Dior hanno celebrate spesso, in vernice con tacchi bassi e tondi e punte affusolate.

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Una scena del film tratto dal fumetto Buster Brown

La storia delle Mary Jane però la sanno in pochissimi. Fra il 1860 e il 1930 il giornale più famoso negli Stati Uniti era il New York World, che aveva nello staff un umorista di nome R. F. Outcault. Nel 1902 R. F. Outcault, prima di creare uno dei suoi personaggi più famosi, Yellow Kid, inventò una striscia di fumetti di nome Buster Brown, un bambino che aveva come co-protagonista un personaggio di nome Mary Jane. Sia Buster che la sua amica Mary Jane indossavano in ogni puntata lo stesso tipo di scarpa, un modello con un cinturino sul dorso del piede. R. F. Outcault diventò presto popolare con l’appellativo di "Padre del fumetto della domenica", dal fumetto vennero tratti dei film, e le scarpe usate dai suoi personaggi divennero così popolari che R. F. Outcault decise di vendere i diritti ad alcune aziende che le volevano produrre. Le nuove scarpe invasero il mercato col nome di BHD Mary Jane Shoes. E hanno venduto da pazzi. Non c'era bambino che non le portasse.

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Greta Garbo



È successo poi che crescendo i maschi abbandonassero le Mary Jane insieme ai calzoncini corti, mentre le donne cominciarono a farsi venire il dubbio che, aggiungendoci un po’ di tacco, se quel cinturino aveva impedito alla scarpina da bimba di sfuggire dai loro piedini correndo, avrebbe fatto lo stesso ballando. E così la scarpa Mary Jane sbarcò nelle balere diventando quasi peccaminosa, di sicuro maliziosa. Abbastanza da poterla vedere persino ai piedi di un’algida star del calibro di Greta Garbo. Con i flussi e riflussi storici nella moda, la Mary Jane non è sparita mai.

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Negli anni Sessanta, si diceva, la iconizzava Courrèges. Memorabile negli anni '90 indossata da Courtney Love. E poi le hanno reinterpretate Narciso Rodriguez, Marc Jacobs e Comme Des Garçons, Manolo Blahnik e Jimmy Choo, che le hanno proposte nelle loro collezioni. Il modo migliore per indossarle? Secondo molti con la gonna lunga a metà polpaccio, ma non dategli retta: fa troppo “zia”. Meglio con minigonna in vernice, in perfetto stile anni 90. Come Christina Aguilera.